Lo smantellamento dell’ospedale è servito: si opera soltanto in una sala

95047.it Soltanto una sala operatoria a disposizione degli interventi chirurgici. All’ospedale di Paternò l’ultima opera di smantellamento è legata all’assenza degli anestesisti. All’appello ne restano quattro. Il quinto è in ferie a partire da ieri e – morale della favola – ne rimarranno due nelle rispettive mezze giornate. Uno effettivo, l’altro per le emergenze di Pronto Soccorso. Una opera di smantellamento che si compie giorno dopo giorno al Santissimo Salvatore: tutto nel silenzio della politica. E, tutto questo, si traduce automaticamente in liste d’attesa interminabili e disagi per i cittadini di un territorio che sfiora le 150 mila utenze. Una vicenda indegna. Ma così è. Oggi, le segreterie aziendali di Uil e Cgil hanno denunciato lo stato dei fatti: “Nonostante il Santissimo Salvatore sia il miglior ospedale per numero di interventi chirurgici, circa 2200 l’anno, del Distretto ospedaliero, i medici anestesisti sono insufficienti. Chiediamo un incontro urgente con il Direttore generale dell’Asp 3: la situazione non è più gestibile”.

Ad oggi, tutte le urgenze di Chirurgia sono state dirottate a Biancavilla. “La vicenda è inaccettabile – spiegano i componenti del Comitato per l’ospedale di Paternò -: si gioca con la salute della gente in un modo criminale e senza tenere conto delle conseguenze alle quali vanno incontro i cittadini. Chiediamo che il sindaco di Paternò convochi immediatamente un tavolo operativo assieme agli altri primi cittadini del territorio sull’esempio di quanto è stato fatto nei Comuni vicini”.

Nel frattempo, il dato rimane: da oggi c’è una sola sala operatoria davvero attiva. Credete ancora che la politica non c’entri nulla con uno smantellamento evidentemente studiato a tavolino?

1 Comments

  1. In italia, nel 2014, ci sono stati più morti che nel periodo delle guerre (fonte: http://www.saluteinternazionale.info/2016/01/non-siamo-un-paese-normale/).
    Perchè?
    Qualcuno ha mai creduto che la politica non c’entri?
    Non per demagogia, ma è evidente che l’accordo parte da palermo e passa da biancavilla-paternò.
    Le espressioni di circostanza, gli incontri pacati, le controversie legali, sono una facciata.
    Abbiamo visto le mobilitazioni amministrative antimafia, ma mai una amministrativa (un manifesto? una manifestazione di città?) per la salute. Eppure subire questo tipo di espropri, mettere la gente comune (solo quella comune, le altre hanno cliniche e amici medici di cortesia) nelle condizioni di non potersi curare senza fare umilianti code, aggravando il proprio male o aumentando a dismisura il proprio malessere sociale, è un crimine costituzionale, un diritto negato dietro una logica razionale-assassina, come quella del “risparmio” (ma di cosa?).
    L’unico augurio è che questa disperazione, questo sopruso pubblico, possa, quanto esploderà, avere a mente l’umanità e ricordarsi i propri nemici.

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