
Da oggi primo maggio 2022 , il green pass non sarà più obbligatorio per viaggiare, sedersi al tavolo in un ristorante o assistere a uno spettacolo aperto al pubblico. Addio anche alle mascherine, che bisognerà però tenere in tasca, pronte a essere indossate in caso di assembramenti, nei negozi, supermercati, ristoranti, posti di lavoro (ferme restando le decisioni delle singole aziende), stadi e arene all’aperto.
L’obbligo di mascherina resterà fino al 15 giugno solo nei luoghi chiusi dove maggiore è il rischio di contagio.
Dal primo maggio si volta pagina, un passo deciso verso la normalità. Ecco tutte le novità, alcune già previste dal decreto del 24 marzo, altre, in particolare la proroga dell’obbligo di mascherina in alcuni contesti, inserite ieri nell’emendamento approvato alla Camera recepito dall’ordinanza del ministro Speranza arrivata in serata.
A lavoro. Il green pass non dovrà più essere mostrato: chiunque, vaccinato o no, potrà entrare. Non sono piu’ obbligatorie nemmeno le mascherine, che rimangono “fortemente raccomandate”. I datori di lavoro potranno comunque decidere di lasciare l’obbligatorietà dei dispositivi di protezione per i propri dipendenti. Non ci sono differenze tra pubblico e privato, ma il ministro della Pa Renato Brunetta ha inviato una circolare con alcune raccomandazioni: l’uso delle mascherine FFP2 è raccomandato, in particolare, per il personale a contatto con il pubblico sprovvisto di idonee barriere protettive, per chi è in fila a mensa o in altri spazi comuni, per chi condivide la stanza con personale “fragile”, negli ascensori e nei casi in cui gli spazi non possano escludere affollamenti. “Ciascuna amministrazione, nella responsabilità del datore di lavoro, impartirà le necessarie indicazioni tenendo conto delle condizioni dei luoghi di lavoro e della prestazione lavorativa dei dipendenti” ha scritto Brunetta nell’ordinanza.
Negozi e supermercati. Anche qui niente green pass, e niente mascherine. Lo stesso vale per i bar, dove cade ogni distinzione tra consumazione al tavolo e seduti. Nei negozi e supermercati potranno essere siglati accordi tra il datore di lavoro e i dipendenti per farle indossare in alcune situazioni di rischio. I criteri sono gli stessi applicati alla pubblica amministrazione e quindi viene raccomandato di utilizzarle nei luoghi affollati e dove non è possibile mantenere il distanziamento. Le regole applicate ai lavoratori non potranno essere imposte ai clienti.
Al ristorante. Niente green pass, ovviamente, e nemmeno più obbligo di mascherina, sia all’aperto che al chiuso. Non è previsto l’obbligo nemmeno per i dipendenti: anche in questo caso può comunque reintrodurlo il datore di lavoro.
Cinema, teatro e sport. Niente green pass. Quanto alle mascherine, l’ordinanza pone un principio di prudenza: fino al 15 giugno si dovranno indossare negli “spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonchè per gli eventi e le competizioni sportive che si svolgono al chiuso”. Gli stessi eventi, ma all’aperto (arene estive ad esempio, o gare sportive) possono essere fruiti senza mascherina. Liberi pure in discoteca e in tutti gli altri locali pubblici o aperti al pubblico.
Musei e mostre. Rimane l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso, mentre nei siti culturali all’aperto non sarà necessario.
Mezzi pubblici. Anche qui la scelta è stata improntata alla prudenza, visti anche i dati epidemiologici che vedono la curva su un plateau pericolosamente alto: fino al 15 giugno mascherina obbligatoria nei mezzi a breve e a lunga percorrenza, quindi bus, tram, metropolitane, treni, navi, traghetti e aerei. Dove però non sarà più obbligatorio il green pass. Niente mascherina, invece, per le funivie.
A scuola. Nessuna novità rispetto a quanto già stabilito il mese scorso: prorogato l’obbligo di mascherine, chirurgiche o di maggiore efficacia protettiva, fino alla conclusione dell’anno scolastico 2021-2022. Il presidente Mario Draghi avrebbe preferito liberare bambini e ragazzi dalla protezione di naso e bocca, almeno per le ultime settimane, ma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e quello della Salute Roberto Speranza hanno insistito per confermare la linea della prudenza e mantenere l’obbligo previsto dall’ultimo decreto approvato il 24 marzo. Il dispositivo può essere “di tipo chirurgico o di maggiore efficacia protettiva” e chiunque frequenti la scuola, dunque alunni, docenti e personale Ata, dovrà indossarlo fino all’ultimo squillo della campanella. “Fatta eccezione per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso dei predetti dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive”. Grazie a un emendamento proposto dal M5S “i bambini che hanno appena compiuto sei anni, e che frequentano le scuole materne, non hanno più l’obbligo di indossare le mascherine”.
Ospedali e rsa. Qui “sopravvive” il green pass, che fino al 31 dicembre andrà mostrato (nella versione “super”, ossia dopo il vaccino o la guarigione) per visitare parenti e amici ricoverati. Rimane anche l’obbligo di mascherina. L’ordinanza prevede che dal 1° maggio al 15 giugno “è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, ivi incluse le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali (Rsa), gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani (anche non autosufficienti)”.
In viaggio. Le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione ma il green pass nella sua forma “base” continuera’ a essere necessario per l’ingresso nei Paesi dell’Ue. Lo stesso per chi arriva (o rientra) in Italia: servirà ancora il green pass base, ossia anche solo con tampone. Con un’altra ordinanza del ministro Speranza cade invece l’obbligo di compilare il modulo Plf (Passenger locator form).