
Catania, 19 giugno 2025 – L’Etna torna a far sentire la sua voce. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha comunicato che l’attività eruttiva, segnalata per la prima volta oggi alle ore 04:01 UTC, è in pieno sviluppo. A partire dalle 04:10 UTC sono state osservate esplosioni stromboliane dal Cratere di Sud-Est, accompagnate dalla formazione di una nube vulcanica che ha raggiunto, alle 07:30 UTC, un’altezza di circa 6000 metri sopra il livello del mare, con dispersione prevalente verso nord.
Già dalle 03:55 UTC, le telecamere di sorveglianza avevano evidenziato un trabocco lavico dallo stesso cratere, che alimenta una modesta colata diretta verso la Valle del Leone. Un ulteriore piccolo trabocco è stato osservato anche verso sud-est alle 09:35 UTC. Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse e la presenza di nuvolosità ostacolano parzialmente il monitoraggio visivo diretto dell’evento.
Tremore vulcanico in crescita
L’ampiezza del tremore vulcanico, un indicatore chiave dell’attività interna del vulcano, ha mostrato un costante incremento fino alle 04:30 UTC. Da quel momento, ha mantenuto valori alti e oscillanti, con una nuova tendenza al rialzo a partire dalle 09:30 UTC. In corrispondenza di questo aumento si è registrato anche un significativo incremento degli eventi infrasonici, localizzati prevalentemente presso il Cratere di Sud-Est.
Segnali strumentali e deformazioni del suolo
Sebbene problemi tecnici e le condizioni meteorologiche abbiano ostacolato parte delle rilevazioni, le stazioni di monitoraggio del suolo hanno registrato variazioni minime, come un’inclinazione di circa 0.20 microradianti alla stazione di Punta Lucia e una variazione di 106 nanostrain presso Monte Ruvolo. La rete GNSS permanente, invece, non ha evidenziato variazioni significative.
Monitoraggio continuo
L’INGV prosegue con il monitoraggio continuo della situazione, che resta in evoluzione. Alla luce dell’intensificarsi dell’attività eruttiva e delle condizioni atmosferiche non favorevoli, si raccomanda prudenza nei territori prossimi al vulcano e attenzione agli eventuali aggiornamenti della Protezione Civile.
COMUNICATO INGV
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l’attività eruttiva, segnalata nel comunicato delle ore 04:01 UTC, è proseguita con la formazione di esplosioni stromboliane visibili a partire dalle ore 04:10 UTC circa. Tale attività produce una nube vulcanica che alle ore 07:30 UTC raggiungeva un’altezza di circa 6000 metri sul livello del mare, e che si disperde principalmente in direzione nord. Inoltre, è stato osservato un trabocco lavico dal Cratere di Sud-Est, che alimenta una modesta colata in direzione della Valle del Leone, visibile attraverso le telecamere di sorveglianza a partire dalle ore 03:55 UTC circa. Alle 09:35 UTC è visibile un piccolo trabocco anche in direzione sud-est. Si segnala che la presenza di copertura nuvolosa limita la visibilità e l’osservazione dettagliata dell’attività eruttiva. Rispetto all’ultimo comunicato, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato una ulteriore tendenza all’incremento sino alle ore 04:30 (UTC) circa. Successivamente, ha mostrato un andamento quasi stazionario su valori alti, pur se oscillanti, sino alle 09:30 (UTC) quando i valori d’ampiezza hanno mostrato una tendenza all’ulteriore incremento. La localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore vulcanico, per motivi tecnici, continua a non essere affidabile. Il rilevamento degli eventi infrasonici, oltre ad essere affetto da problemi tecnici, è ostacolato dalle avverse condizioni meteo che interessano il vulcano. In coincidenza con l’ulteriore incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico delle 09:30 (UTC) si è osservato un significativo incremento dell’ampiezza degli eventi infrasonici. Gli eventi infrasonici, che è stato possibile localizzare, sono ubicati al Cratere di Sud-Est. I segnali delle deformazioni del suolo hanno mostrato una variazione dell’ordine di 0.20 microradianti alla stazione clinometrica di Punta Lucia e una variazione di strain dell’ordine di 106 nanostrain alla stazione dilatometrica di Monte Ruvolo. Non si misurano variazioni significative nei dati della rete GNSS permanente disponibili.