CATANIA: GESTIVANO CASE DI PROSTITUZIONE IN CENTRO, DUE ARRESTI

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare, emessa il 30 aprile 2019 dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti di 2 persone, traendo in arresto:

L. A. M. (cl.1953) e F. A. (cl.1972),

entrambi incensurati, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato e di esercizio di case di prostituzione, nonché al sequestro preventivo di tre immobili ubicati a Catania nel centro del capoluogo etneo.

Il provvedimento restrittivo in argomento accoglie gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico e tradizionale, condotta dagli investigatori della Sezione 2^ Criminalità Straniera e Prostituzione, avviata a seguito di una segnalazione giunta alla sala operativa della questura di Catania avente a oggetto l’esercizio di meretricio in un’abitazione privata nel centro del capoluogo etneo.

L’attività tecnica consentiva di appurare che la L. A. M., in concorso con F. A., che svolgeva il ruolo di mediatore, aveva creato un sistema di prostituzione indoor, subaffittando appartamenti a Catania, a meretrici straniere, che si alternavano con cadenza settimanale. I due locavano, a un canone maggiorato rispetto ai valori di mercato, immobili adibiti a case di prostituzione per giovani donne di diverse nazionalità, favorendo e sfruttando la prostituzione delle suddette, nonché fornendo prestazioni accessorie e agevolando così lo svolgimento di tale attività.

In particolare, la L. A. M., nella qualità di conduttrice degli appartamenti sopra indicati, concedeva in sublocazione i suddetti locali a donne, per lo più straniere, pretendendo il pagamento di un canone settimanale di 500 e di 700 euro, a seconda che si trattava di una ragazza o di una coppia di donne, affinché vi esercitassero anche contemporaneamente l’attività di prostituzione, mentre F. A. procacciava le donne, curandone materialmente la sistemazione negli appartamenti, effettuando il check in, la riscossione dei canoni di locazione e occupandosi, insieme all’altra indagata, del rifornimento continuo di biancheria e della costante pulizia dei locali. Tra le mansioni spettanti a F. A., che percepiva per le attività svolte una percentuale dei canoni di locazione pagati dalle donne per la disponibilità dei locali, vi era il controllo costante del comportamento tenuto dalle “ospiti” per assicurare quanta più riservatezza possibile nei condomini e garantire le condizioni migliori per esercitare l’attività di meretricio.

Durante la fase dell’esecuzione della misura, in due dei tre appartamenti erano presenti tre donne e un uomo, di nazionalità colombiana e della Repubblica di Santo Domingo, esercitanti il meretricio, e un cliente.

Espletate le formalità di rito i due destinatari della misura in parola sono stati associati alla casa circondariale di Piazza Lanza e i tre appartamenti sopra indicati posti sotto sequestro preventivo e affidati in custodia giudiziale ai rispettivi proprietari.