“Abbattere l’edificio dell’Esa per creare un punto di Protezione civile”

95047.it Quale destino per l’ex palazzo Esa? L’edificio acronimo di Ente sviluppo gricolo che si affaccia su via Canonico Renna di proprietà della Regione Sicilia, versa in condizioni fatiscenti, in disuso ormai da 30 anni. Un “mostro urbanistico” che si impone – oggi – in tutta la sua inutilità, del quale rimangono solo le mura. Considerazioni queste che hanno portato residenti del quartiere, il Comitato San Biagio, commercianti ed il Secondo Circolo didattico di via Vulcano, che sorge a pochi passi dall’edificio, a sollevare la questione pungolando gli esponenti politici. In particolare il consigliere Alfio Virgolini, che ha affrontato l’argomento in un incontro allestito nel salone del secondo circolo, alla presenza del deputato regionale Alfio Papale che seguirà in prima persona la questione e il primo cittadino Mauro Mangano. Lo scopo: chiedere all’amministrazione di intervenire, interpellando l’ente regionale affinchè si possa, una volta per tutte, abbattere le mura edell’ex palazzo Esa e riqualificare l’area.

Alfio Virgolini: “Chiediamo al l sindaco di intervenire affinchè venga concessa l’autorizzazione ad ottenere e abbattere l’immobile, inserito nel piano di dismissione della regione siciliana, allo scopo di rivalorizzare l’area attraverso la realizzazione al posto di un edificio ormai decadente, di un’area di sosta per protezione civile e microparcheggio utile ai residenti della zona e non solo. Sarebbe utilissimo soprattutto in caso di eventi sismici dando così ai i ragazzi delle scuola, ma non solo, la possibilità di recarsi nell’area Com, percorrendo pochi metri invece di raggiungere la villa comunale”.
Alfio Papale: “Ho cercato a Palermo di visitare gli uffici preposti e devo dire che ho trovato ampia disponibilità. Ci vuole la convergenza di tutti, ognuno deve fare la sua parte io posso indicare a modo mio il percorso da seguire, ma occorre una buona sinergia fra amministraione e funzionari regionali. Ne vale la pena è un opera di grande utilità”.

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  1. Qualche anno fa l’associazione Archibla, elaborò un progetto di riconversione dell’area per realizzare spazi collettivi, servizi pubblici e residenze (utili per coprire i costi di costruzione). Spazi di questo tipo necessitano di un programma di rigenerazione più integrato (pubblico/privato) e finalizzato alla costruzione di nuove identità urbane… Se tutto si riduce a realizzare uno “slargo” perdiamo l’ennesima occasione di introdurre qualità architettonica e urbana.

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