
Percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto: 100 persone sono finite nei guai nell’ambito della prima tranche di controlli che i carabinieri del Comando Provinciale di Vercelli ha condotto a stretto contatto con l’Inps, organo erogatore del reddito e detentore delle richieste presentate. I controlli sono partiti dall’inizio del 2021 e l’attività interessa, nel complesso oltre 3000 posizioni, relative ai richiedenti il beneficio. L’estrema complessità del contesto e delle verifiche ha coinvolto tutte le componenti dell’Arma dei Carabinieri, dal Reparto Operativo di Vercelli che coordina le operazioni, al Nucleo Ispettorato del Lavoro del capoluogo competente sugli accertamenti presso gli istituti previdenziali.
Un ruolo importante hanno anche rivestito le Stazioni Carabinieri che, presenti sul territorio dell’intera provincia hanno accertato sul campo la veridicità di alcune dichiarazioni rese ai fini dei requisiti soggettivi.
Una prima trance di accertamenti ha interessato più di 1000 posizioni, con particolare riferimento al requisito della residenza, evidenziando come oltre 100 soggetti, dunque il 10% circa delle posizioni verificate abbiano percepito indebitamente l’emolumento.
Delle varie violazioni commesse, emblematica è quella di un uomo, un romeno di 29 anni, che da metà 2020 ha percepito il sussidio senza averne diritto.
Non ha mai vissuto in Italia, ci è arrivato il giorno prima di presentare la pratica per la richiesta di cittadinanza e dopo aver ottenuto la tessera su cui lo Stato carica il budget del reddito mensile è ripartito per tornare in Romania: operazione furbetti riuscita, in 24 ore.
La sua tessera l’aveva tenuta un complice, residente in provincia di Vercelli con il compito di poter ritirare i soldi. A raccontarlo è il Corriere di Torino. Ora resta da capire se il 29enne romeno facesse recapitare i soldi su un conto all’estero o se del reddito di cittadinanza beneficiasse in realtà qualcuno che non lo aveva richiesto ma che tramite la tessera poteva ritirare tutti i mesi il denaro
Per tutti questi soggetti è scattato il deferimento alla Procura della Repubblica di Vercelli per la violazione dell’art. 3 del D.L. 4/2019, che prevede una pena detentiva che varia da 2 a 6 anni di reclusione, per “aver reso o utilizzato documenti o dichiarazioni false o attestanti cose non vere al fine di procurarsi un illecito profitto ai danni dello Stato Italiano”.
E, a dispetto della definizione in apparenza bonaria, i “furbetti del reddito di cittadinanza” individuati dai Carabinieri di Vercelli, ad oggi, hanno causato allo Stato e di conseguenza ai soggetti realmente bisognosi che del beneficio hanno una concreta necessità un danno complessivo di oltre 400mila euro euro, somme che l’Inps, bloccata immediatamente l’erogazione dell’emolumento, avrà il compito di recuperare.