
I Vigili del Fuoco compiono ottantasei anni, il loro curriculum è pieno di tante pagine di dolore, tra terremoti e inondazioni, ma nello stesso tempo di tante soddisfazioni considerato la loro continua evoluzione nel corso del tempo, che li ha portati ad essere uno dei corpi più amati dagli italiani.
Il loro impegno è stato sempre al passo dei tempi, sia in termini di professionalità che in termini tecnologici. Il 27 febbraio 1939, nasceva infatti il Corpo nazionale, riunendo i vari Corpi dei pompieri sul territorio.
Un augurio speciale a tutti i vigili del fuoco, che hanno saputo manifestare nel tempo dedizione, professionalità, disponibilità e attenzione ai cittadini, da parte dell’ANPPE, realtà associata alla rete di CulturaIdentità.
La storia ci racconta che a partire dal 1861, e durante la fase di completamento dell’Unità d’Italia, la situazione dei servizi antincendio era caratterizzata dalle differenze dei vari modelli organizzativi ed operativi presenti nelle diverse città.
Pertanto, la primaria esigenza era quella di procedere all’unificazione delle norme regolanti l’attività dei vari Pompieri Comunali; in tal senso si provvede prima tramite apposite deliberazioni degli organi comunali e quindi mediante Decreti Ministeriali inseriti negli Atti di Governo.
Con il Regio Decreto del 10 ottobre 1935, legge n. 2472, tutti i Corpi furono uniti sotto il “Corpo Nazionale Pompieri”, posto alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno, suddiviso in Corpi Provinciali con sedi nei capoluoghi di provincia e coordinato da un Ispettorato Centrale con funzioni tecniche di indirizzo e di coordinamento.
Solo però con il Regio Decreto n. 333 del 27 febbraio 1939, il Corpo pompieri assume la denominazione di “Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco”. Il suo creatore è stato il Prefetto Alberto Giombini un Ardito della Grande Guerra, che raccolte la pesante eredità prima augustea poi bonapartesca per un’opera riformatrice che comincio a far somigliare i pompieri a quelli che conosciamo oggi.
Ma, nella sua nascita, c’è anche la mano di Gabriele d’Annunzio che scelse in loro nome, ispirandosi ai “vigiles” dell’antica Roma.
Dobbiamo seguire la strada percorsa dai nostri “padri”, il sistema di risposta emergenziale ha bisogno sempre di più di professionisti del soccorso come loro, che garantiscono tutti giorni e tutte le ore, la sicurezza dei cittadini, dei loro beni e la tutela del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese.
Quindi lunga vita al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.