BELPASSO: DIECIMILA PRESENZE ALLA SAGRA, L’IDEA DEL BRAND “FICODINDIA REALE DI BELPASSO”

Un successo che ha superato ogni aspettativa nel weekend all’insegna dei buoni sapori e delle tradizioni alimentari e gastronomiche.

Dalla storia del ficodindia che fu piantato nei giardini del re, l’idea di un brand: “Il Ficodindia Reale di Belpasso”.

Il “Ficodindia reale di Belpasso” potrebbe essere il prossimo brand dei deliziosi “bastadduni”, i ficodindia belpassesi: l’idea è emersa al termine del convegno dedicato alla bioagricoltura e che si è svolto sabato al Giardino Martoglio durante la quarta Sagra del Ficodindia dell’Etna Dop, che ha fatto registrare ​oltre diecimila visitatori in due giorni e 60 camperisti ospitati.

La proposta del nome “Ficodindia Reale” trae spunto da una curiosa storia che narra dei ficodindia belpassesi tanto graditi al re, Vittorio Emanuele III, che li volle addirittura nei Giardini del Quirinale, tenuta reale dei Savoia. A trapiantarli a Roma fu il belpassese Mario Tomaselli, detto “Pricipitarasuli”, e l’intera storia è stata scritta dal compianto prof. Giuseppe Sambataro, studioso e politico, in un articolo pubblicato su “La Sicilia” nel 1971. Il racconto è stato riletto dall’attore Nunzio Sambataro, sabato, al centro degli stand della Sagra, davanti a un pubblico emozionato e ai commossi eredi di “Pricipitarasuli”.

L’intenzione è adesso di riprendere – come ha suggerito Gianni De Luca, funzionario comunale che ha seguito l’organizzazione della Sagra – l’idea di un accostamento “reale” del ficodindia belpassese e farne un marchio distintivo del prodotto​, appunto “Ficodindia Reale di Belpasso”​.

Idea apprezzata dal sindaco, Carlo Caputo, ​il quale ​tra l’altro ​si è soffermato,​ ​nel suo intervento al convegno​,​ sull’opportunità della bioeconomia, «che – ha detto – è un’opportunità per il futuro e una necessità dei Paesi più evoluti, che devono mirare le loro strategie connettendo sempre più economia, società e ambiente. E Belpasso da questo punto di vista sta facendo molto, e farà sempre più la sua parte in un contesto produttivo etneo in cui ci sono 120 operatori del settore ficondidicolo per un business che oscilla tra i 15 e i 20 milioni di euro».

Durante il convegno, dedicato al tema degli “scarti ficondidicoli etnei” e curato dal Consorzio per la tutela del Ficodindia Dop dell’Etna, si sono avvicendati gli interventi del presidente del costituendo Distretto produttivo del Ficodindia di Sicilia, Carmelo Danzì, del docente Beppe Avellone, esperto di Bioeconomia, dell’assessore comunale alle Attività produttive, Graziella Manitta, e di diversi imprenditori che hanno raccontato case history sull’utilizzo del ficodindia in diversi campi, come quello cosmetico.

Nel corso della Sagra il pubblico ha potuto visitare ben 45 stand di espositori con prodotti tipici deliziosi e particolarmente apprezzati: dal frutto semplice e naturale, il Ficodindia, ai derivati dell’arte gastronomica, come la mostarda, le marmellate, i dolci, i liquori, il miele, le creme, i gelati, i primi piatti (un gustoso risotto al ficodindia, per esempio) e e le altre ricette della cucina locale, intorno a salumi e formaggi tipici. Non è mancata una “Piazza dell’Artigianato” con prodotti di manifattura locale esposti a cura del Circolo degli Operai, oltre a momenti di animazione con giocolieri, sbandieratori e falconieri, gli show-cooking, gli spettacoli musicali con una raffica di cover band che hanno allietato le serate della Sagra.

Per il sindaco si tratta di un successo su tutta la linea, dovuto «all’esperienza maturata in questi anni – ha commentato – che ci ha permesso di offrire una manifestazione curata nei dettagli, con una buona logistica, spazi espositivi ben organizzati e momenti di spettacolo che hanno scandito la Sagra intrattenendo piacevolmente il nutrito pubblico che ci ha dato il piacere di venirci a trovare. Ringrazio tutti gli espositori per la fantasia con la quale hanno presentato il ficodindia, ringrazio la mia squadra di amministratori per il proficuo lavoro che hanno svolto, lo staff della Pro Loco con il suo presidente Tony Carciotto per l’impegno organizzativo e la cura dei dettagli. La