Il cammino francigeno Lentini-Paternò

95047.it Su “I cammini francigeni” di Sicilia un primo incontro a Paternò si era svolto la sera del primo maggio 2016, in occasione dell’adesione dell’Amministrazione comunale ad una serie di eventi e cammini tematici, disciplinati da un decreto emesso dall’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, avendo il Ministero dei Beni Culturali dichiarato il 2016 anno dei “cammini” italiani ed in particolare il mese di maggio, destinato ai percorsi degli itinerari culturali in tutta la Penisola.
In quell’occasione, all’interno della chiesetta di San Giacomo, sulla collina normanna di Paternò, ebbe luogo la conferenza di presentazione dell’evento, con la presenza del Sindaco, dell’Assessore alla cultura, di alcuni consiglieri comunali, Scout, Associazioni culturali locali e regionali.
Per l’Associazione degli amici dei “cammini francigeni di Sicilia” era presente Davide Comunale mentre il giovane paternese Francesco Puglisi rappresentava il gruppo francigeno siciliano denominato “Mettici manu…e facciamo festa” di Paternò, la città nella quale avrebbe fatto tappa il gruppo di pellegrini la sera del 15 maggio dopo aver intrapreso il cammino la mattina del giorno prima (14 maggio) con partenza dalla Piazza Duomo di Lentini.

13221368_993169310750442_3799446596450758097_oIl cammino dei peregrini si è svolto pertanto nell’ambito degli studi intrapresi, negli ultimi cinque anni, dagli amici dei cammini francigeni di Sicilia, i quali, partendo dalle ricerche storiche di archivio e studi archeologici, hanno pian piano cercato di ricostruire la maglia delle antiche vie francigene di Sicilia, percorse dai camminatori per raggiungere le principali mete di pellegrinaggio cristiano.
La tratta Lentini-Paternò percorsa, rientra in quella che è stata definita la “via francigena Fabaria”, che da Gela conduce a Maniace.
Ed a proposito di “cammino” ho chiesto agli organizzatori modi e tempi dello svolgimento dell’itinerario francigeno percorso in due tappe nell’arco, di due giorni.
La prima tappa ha avuto inizio la mattina del 14 maggio da Piazza Duomo di Lentini,
dove il saluto ai camminatori è stato dato dai sindaci delle due città: Mauro Mangano per Paternò ed Alfio Mangiameli per Lentini.
Via via, costeggiando il biviere di Lentini, lungo la strada Galerno e l’argine sterrato del fiume Gornalunga, il gruppo raggiungeva Sigonella e l’agriturismo “Oasi di Francesca” per il pernottamento.
La mattina del 15 maggio i pellegrini riprendevano il cammino percorrendo i luoghi di: Baè di Sotto, Portiere Stella, Gerbini, la Valle del Simeto, il Fondo Costantina, Ponte Barca, l’Agriturismo Gianferrante, raggiungendo Paternò dalla strada di San Marco.

13227592_993159490751424_3248390146318831826_oLe associazioni partecipanti al cammino sono state:
-Associazione degli amici francigeni di Sicilia (l’organizzatrice del cammino);
-A.PA.S. Paternò, addetta al servizio trasporto camminatori, staff, cucina, logistica;
-M.A.S.C.I. (Servizio trasporto camminatori, preparazione “carte dei pellegrini” e gadget per i camminatori e loro accoglienza nelle tappe);
-SiciliAntica- Paternò (accoglienza dei camminatori nelle tappe);
-Pro Loco di Paternò-Vivi Simeto- Amici per la bici (assistenza nella pianificazione del cammino ed ottimizzazione delle tappe).
L’accoglienza nella città di Paternò è stata coinvolgente, calorosa, fantastica!
È avvenuta in piazza Umberto, luogo previsto per l’arrivo dei pellegrini Jacopei da via San Marco, nei pressi dell’antica struttura religiosa di Santa Maria Maddalena (accorpata in seguito alla chiesa di Santa Barbara, patrona della città), che nel Medioevo fungeva da“Hospitale” per dare alloggio e ristoro a coloro che si erano sottoposti ai disagi del lungo viaggio affrontato per recarsi a venerare il Santo Sepolcro dell’Apostolo della Galizia, San Giacomo di Compostela.
In molti centri, ivi compresi quelli etnei, si faceva in modo che il viandante avesse certezza dell’ospitalità, contrassegnando la porta di casa con le “conchas”, le conchiglie simbolo dei pellegrini di San Giacomo.
E quel pomeriggio domenicale l’accoglienza è stata stupenda, meravigliosa!

13243674_993158790751494_2419425756514595039_oSulle labbra e negli occhi dei giovani peregrini non si leggeva la stanchezza ma un’immensa gioia! Era la gioia di vivere con gli altri e per gli altri sotto il segno della cristianità.
Al grido di Ultreya! Ultreya…gli amici dei cammini francigeni sono stati accompagnati subito all’interno del portico del Palazzo Cutore-Recupero, ubicato sulla stessa piazza Umberto, un tempo status symbol dei ricchi proprietari del fabbricato- tardo settecentesco, oggi in parte luogo della movida cittadina.
Tutti, seduti accanto ai tavoli da caffè, dopo i convenevoli di rito, rimasero a conversare sull’esperienza del “cammino” durante il viaggio Jacopeo, in attesa della timbratura degli attestati rilasciati in favore dei “Peregrini camminatori”.
Ultreya…! Mi sono sorpreso a gridare anch’io, mentre veniva chiamato l’appello, in stretto ordine alfabetico, dei miei giovani eroi peregrini!
Sembravo il giullare dell’evento, il cantore di una grande esperienza mediterranea che aveva appena coinvolto il mio cuore e l’anima, un evento in cui c’era azione, pensiero, fede, vita; c’era il profumo di gelsomino delle tradizioni dei nostri antenati, c’era una parte della storia, ricca di tradizioni che davano linfa alle radici di quei giovani peregrini, alberi in crescita nella società di domani lontana dal mondo attuale, in cui ciascuno sembra rimanere aggrappato alla propria solitudine, alla propria paura!

12662562_1129188180424773_577911243608144975_nEro certo che l’esperienza di peregrino di fraternità contribuirà ad arricchire il bagaglio morale e culturale di ciascun partecipante, facendogli sentire dentro un maggiore impegno nel rispetto dei valori della vita, della tolleranza tra i popoli, della comprensione, credendo fermamente nella gratuità della buona azione in una società che tende a perdere i veri ideali della vita.
Ed ecco la consegna della “charta peregrini”: una piccola ma significatica pergamena sulla quale sta scritto: “Hac chartula attestamus quod”…(viene riportato il nominativo di ogni singolo peregrino): Orazio Caruso, Valentina Campisano, Angelo Fiorito, Michele Giorgianni, Giusi Meli, Giusy Pappalardo, Giovanni Parisi, Sebastiano Parisi, Rosaria Privitera Saggio, Francesco Puglisi, Valentina Sangregorio, Emidio Sarpietro, Stefano Tomasello.
L’onore di attestare l’avvenuto percorso dell’iter francigeno è toccato a me, come Consigliere Regionale di SiciliAntica, cultore del cammino Jacopeo, oltre che il più anziano dei presenti!
Il timbro ovoidale, predisposto da Francesco Puglisi, per l’Associazione “Mettici manu…e facciamo festa “ di Paternò, riportava ai lati la seguente dicitura:
“Statio peregrinorum terrae paternionis” con al centro l’emblema della Torre medievale di Paternò.
Dopo l’avvenuta consegna degli attestati, il gruppo, all’unanimità, ha sottoscritto la chartula per Pippo Virgillito, quale “peregrino in pectore”, stante le mie numerose telefonate ansiosamente inoltrate ai peregrini durante il cammino Lentini-Paternò.

Resa pubblica la mia sorpresa per la “chartula” consegnatami, mi sono sentito in dovere di incoraggiare il gruppo a fare tesoro delle immagini “scattate” lungo il cammino francigeno, proponendo di allestire una mostra fotografica all’interno della chiesa di San Giacomo, di certo con somma gioia di Giuseppe Frisenna, governatore dell’omonima confraternita; oppure nella sede di Palazzo Alessi; e ciò prima di intraprendere il prossimo viaggio francigeno che da Paternò porterà a Maniace-Bronte, dove finiva un tempo la via francigena Fabiana, che da Gela conduceva a Maniace. La proposta è stata accolta coralmente dai presenti ed in modo particolare da Francesco Puglisi, del quale sento il dovere di riportare la risposta alla mia domanda circa le sue riflessioni sull’esito del cammino appena ultimato.
“…Per ogni camminatore-ha risposto Francesco-viandante o pellegrino che sia, il cammino assume sempre significati e connotati differenti.
Per me il cammino diventa ogni volta un’occasione per mettere alla prova i limiti e le potenzialità del mio carattere. Il passo lento del cammino offre la possibilità di apprezzare la ricchezza ed il valore del tempo, che spesso ci sfugge inseguendo la frenesia della quotidianità. Lungo il cammino, il tempo t’interroga e ti aiuta a fare riscoprire te stesso. Ti permette di conoscere a fondo i tuoi compagni di viaggio e riscoprire le mille sfumature del mondo che ci sta attorno”.
Alla domanda sul suo “percorso giovanile”, prima di divenire presidente dell’Associazione “Mettici manu…e facciamo festa” di Paternò, mi ha candidamente risposto: “Iniziai questa esperienza da “camminatore amatoriale” due anni fa, inseguendo per un brevissimo tratto (da Bronte a Floresta) i ragazzi dell’Associazione degli amici dei cammini francigeni di Sicilia, i quali, partendo da Ragusa Ibla, dopo dieci giorni di cammino fecero tappa nella Paternò normanna. Non conoscevo nessuno di loro, ma mi entusiamò la loro energia nel perseguire insieme il sogno della ricostruzione delle vie francigene in tutta la Sicilia”.
Anch’io ricordo l’accoglienza fraterna, calorosa, manifestata agli amici del cammino francigeno avvenuta all’interno del Palazzo Alessi, in un assolato pomeriggio di luglio, due anni addietro, 16 luglio 2014.
E poi com’è andata a finire? (Chiesi io, quasi a ultimare il suo pensiero, sulle vie francigene di Sicilia).

La città delle arance dunque rientrerà presto all’interno di un progetto turistico regionale lungo il tracciato della via francigena Fabaria, che da Gela conduce a Maniace?
“Quest’anno– ha risposto Francesco- Amici ed Associazioni paternesi abbiamo voluto dare il nostro personale contributo alla concretizzazione di questo sogno. Il progetto che si sta sviluppando, in stretta collaborazione con l’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, è giunto oggi ad una fase importante poiché le tracce delle vie francigene studiate, analizzate e percorse in questi anni saranno ufficializzate e segnalate per tutti i turisti a livello Regionale;la città di Paternò, ricadente all’interno del tracciato della via francigena Fabaria, che da Gela conduce sino a Maniace, rientrerà pertanto attivamente all’interno di questo progetto regionale”.
A che cosa è servito-ho chiesto con curiosità- il cammino francigeno testé ultimato?
“Dal cammino di queste due brevi ma intense giornate-risponde l’amico Francesco Puglisi- porto con me nel bagaglio dei ricordi, innanzitutto gli sguardi ed i sorrisi dei numerosi amici che ci hanno seguito, aiutato ed incoraggiato con grande entusiasmo. I paesaggi rurali della nostra valle, incastonate tra masserie, campi di grano ed agrumeti adagiati sullo sfondo costante del maestoso Etna, si sono arricchiti ancor più di significato, sapendo che a camminare con i nostri stessi passi e ad osservare con i nostri stessi occhi vi erano quei tanti amici di Associazioni ed Istituzioni che hanno creduto nella realizzazione di questo sogno in itinere”.

Dopo l’intervista ho avuto modo di raccogliere un’infinità di riflessioni, singole o corali, sull’“esperienza in campo” vissuta, dai “giovani peregrini” i quali mi hanno dato la certezza che… “ciascuno di noi porta appresso un’anima segreta che tace più spesso di quanto parli”!
Ultreya! …Suseya!… Vai oltre, pellegrino! Vai avanti verso l’Alto, sotto la protezione di Dio, per raggiungere le vette dello spirito!