Ci vogliono 17 milioni per completare l’ospedale: ma, intanto, si è aperto uno spiraglio importante

95047.it Servono 17 milioni di euro per sbloccare i lavori dell’ospedale di Paternò: ma l’Asp ne ha a disposizione “solo” 10. L’estrema sintesi della venuta al “Santissimo Salvatore” del direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale, Franco Luca, è questa. Ciò che è avvenuto in passato? Non spetta che sperare nell’azione della magistratura. Ma ci sono tuttavia degli spiragli positivi o quantomeno incoraggianti. Oggi, nei locali del nosocomio paternese si è tenuto un doppio incontro (il primo ristretto, il secondo più allargato) per fare il punto della situazione. Erano presenti il sindaco, Mauro Mangano, il vice Carmelo Palumbo, il senatore Salvo Torrisi, il componente della commissione regionale alla sanità, Gino Ioppolo, il rappresentante della Regione Adolfo Messina, due esponenti del Comitato, Michele Milazzo e Antonello Longo, il direttore sanitario della struttura Salvo Calì, diversi consiglieri comunali, le forze sindacali.

All’ordine del giorno c’era la questione legata ai lavori di messa in sicurezza bloccati da tempo. Il direttore Luca ha confermato – su richiesta del primo cittadino – che da lunedì prossimo (quando vi sarà un nuovo sopralluogo) potrebbero essere via via riaperti quei reparti (tre in tutto) che vennero chiusi a suo tempo per dare avvio ai lavori. C’è, poi, il capitolo legato al Punto Nascite: per il momento resta tutto così com’è – ovvero, lo slittamento della chiusura del reparto di Paternò, slitta -, in attesa che venga ultimato l’ospedale di Biancavilla.

C’è, tuttavia, da evidenziare un’altra questione. Ed è quella legata alla possibile cancellazione del Centro trasfusionale: uno dei più attivi di tutta la provincia di Catania se non, addirittura, di tutta l’isola. Tocca anche qui all’Asp riuscire a provvedere. Salvo che non sia troppo tardi. “E’ stato un incontro produttivo – spiegano dal Comitato per l’ospedale – ma attendiamo che tutto venga tradotto per iscritto. Per il resto, dopo anni di silenzio legati al fermo dei lavori della struttura che ne hanno decretato l’involuzione, quantomeno si è tornati a parlarne. Ma si deve continuare ad insistere su quella che è una battaglia per l’affermazione della giustizia e della salute”.