CIVITAVECCHIA, TRUFFA DEI FALSI TAMPONI A DOMICILIO: INDAGATI INFERMIERA E COMPAGNO

Un’infermiera di 35 anni e il suo convivente di 50 anni sono indagati dalla Procura di Civitavecchia per concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica.

Secondo quanto riporta il Messaggero, la coppia avrebbe organizzato una truffa effettuando falsi screening a domicilio.

Ai pazienti venivano poi consegnati falsi referti di negatività al COVID-19.

La consegna del referto falso potrebbe aggravare la loro posizione, visto che consegnando un attestato di negatività potrebbero aver contribuito alla diffusione dell’epidemia.

Il caso è finito sotto la lente degli inquirenti in seguito alla denuncia di una lavoratrice di una ditta di pulizia di Roma che l’11 settembre scorso aveva sottoposto i suoi dipendenti ai test diagnostici per il nuovo coronavirus.

La donna ha telefonato allo Spallanzani, insospettita da una postilla nel foglio intestato all’ospedale, ma il centro infettivologico le ha comunicato che il suo test non è mai stato processato nei loro laboratori.

La denuncia ha fatto scattare l’indagine del pm Allegra Migliorini.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che hanno verificato l’estraneità dell’Asl 4 di Civitavecchia agli screening effettuati, l’infermiera rubava i tamponi e li consegna al compagno che svolgeva i prelievi a domicilio, in maniera abusiva, e fabbricava falsi referti di negatività al covid con il pc, modificando un modulo vero rilasciato dallo Spallanzani.

Dalle perquisizioni effettuate nel domicilio della coppia, i carabinieri della compagnia di Civitavecchia, che stanno portando avanti l’indagine insieme ai Nas di Roma, hanno rinvenuto tamponi e materiale medico, lacci emostatici e garze, sottratti all’ospedale di Civitavecchia, come hanno confermato i dirigenti dell’Asl che hanno riconosciuto nel materiale visionato le dotazioni della struttura sanitaria.

Gli investigatori stanno risalendo ad altre potenziali vittime della coppia. Nelle ultime quarantotto ore sono una cinquantina le persone sentite dai militari che potrebbero essere state sottoposte ai finti tamponi.