
La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, coordinata dalla Procura, ha tratto in arresto, in flagranza di reato per corruzione aggravata, Emanuele Gaetano Caruso, 53enne, originario di Paternò, imprenditore con interessi nel settore dei rifiuti; Daniela Pisasale, 45enne di Siracusa, titolare di diverse società operanti nel campo del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti e Vincenzo Bonanno, 62enne di Palermo, direttore tecnico per la discarica di Bellolampo, definita dalla Commissione antimafia regionale “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia”, gestita dalla Rap, società partecipata del Comune, che si occupa della lavorazione dei rifiuti solidi urbani provenienti dai Comuni di Palermo e di Ustica.
Gli investigatori della Dia, a conclusione di un prolungato servizio di osservazione e pedinamento hanno sorpreso Caruso nell’atto di consegnare a Bomanno una busta contenente 5mila euro in contanti. Una successiva perquisizione ha consentito di rinvenire, all’interno di un’autovettura, ulteriori 13.250 euro. L’intera somma di denaro è stata sottoposta a sequestro. Gli arrestati sono stati associati in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il funzionario della Rap Vincenzo Bonanno, 62 anni, societa’ partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti, arrestato dalla Dia a Bellolampo mentre riceveva una busta con denaro contante, e’ stato sospeso dall’azeinda. Nella discarica di Bellolampo si occupava della gestione dei rifiuti e dell’impianto di tritovagliatura. “Appena avremo i documenti che riguardano l’indagine attiveremo i percorsi di licenziamento – assicura il direttore generale Roberto Li Causi – e saremo parte civile in un eventuale processo”. Bonanno non sarebbe direttore tecnico dell’azienda ma e’ coordinatore dell’area discarica della Rap.
“L’ottima operazione della DIA a Bellolampo conferma, ancora una volta, come gli interessi criminali nel ciclo dei rifiuti in Sicilia siano in grado di intercettare, attraverso la corruzione, fiumi di denaro pubblico.
Anche a Bellolampo emerge con chiarezza quanto già contenuto nella relazione della commissione regionale Antimafia pochi mesi fa: vi è una forte commistione criminale tra interessi privati e funzionari pubblici corrotti.
Quanto emerso nelle ultime settimane, attraverso diverse inchieste che hanno interessato l’intero territorio della regione, rinnova l’urgenza di interventi di natura politica. In questo senso le decisioni della RAP di procedere ad una sorta di commissariamento di Bellolampo e alla sua costituzione di Parte civile sono segni importanti.
Alla ripresa dei lavori della Commissione antimafia sarà opportuno valutare l’apertura di una specifica attività di indagine su quanto avvenuto nel e attorno al principale sito pubblico di conferimento e trattamento della Sicilia.”
Lo dichiara Claudio Fava, Presidente della Commissione regionale antimafia in merito agli arresti eseguiti nelle ultime ore dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo.