Crisi agrumicola, l’intervento dell’assessore Borzì

95047.it Di seguito, la dichiarazione dell’assessore paternese:

“Pur apprezzando l’iniziativa dei consiglieri, ritengo opportuno sgombrare il campo da notizie fuorvianti che possono indurre in confusione e creare aspettative a produttori ed operatori già abbastanza provati dalla attuale drammatica situazione. A livello comunale nulla può essere fatto per aggredire una crisi che è frutto della “globalizzazione” e di problematiche che il comparto si trascina ormai da decenni. L’Amministrazione comunale di Paternò è stata sempre in prima linea nell’organizzare incontri con i produttori, con la classe dirigente regionale, con il Consorzio di Bonifica e con tutti gli organi istituzionali coinvolti nel comparto agricolo.

Abbiamo anche costituito un coordinamento dei Sindaci dei comuni agrumetati che si è fatto promotore di tantissime iniziative e di proposte operative alle istituzioni regionali competenti sui numerosissimi problemi che attanagliano il settore agricolo. Dire che la crisi sia causata “dall’arrivo sul nostro territorio di arance e olio d’oliva da fuori, spacciati e commercializzati per prodotto tipico siciliano da alcuni operatori senza scrupoli (anche locali)” è secondo me scorretto, poiché crea tensioni tra produttori e commercianti e, soprattutto, falso. Non si capisce per quale motivo i commercianti dovrebbero acquistare prodotto dall’estero quando i produttori stanno portando le arance nei loro stabilimenti senza soldi. Ma soprattutto chi afferma ciò dovrebbe avere il coraggio di fare i nomi e di denunciare i fatti alle autorità competenti “anziché sparare nel mucchio”. Chiedere il ritiro delle produzioni scadenti dal mercato con fondi pubblici da destinare agli ipotetici turisti di questo periodo ad un prezzo minimo di 20 centesimi è assolutamente inapplicabile. Primo per mancanza dei fondi necessari e poi perché l’ultima volta che questo è successo (nell’anno 2008 col governo Lombardo) la Regione Sicilia si è beccata una procedura di infrazione da parte della Comunità Europea che ancora a Palermo stanno piangendo. Perché accusare il Consorzio di tutela IGP Arancia Rossa di Sicilia o il Distretto degli Agrumi di Sicilia di immobilismo quando queste strutture non vengono adeguatamente supportate dagli stessi produttori o dagli operatori commerciali che pensano soltanto a coltivare i propri interessi personali? Non si esce dalla crisi con manifestazioni o incontri con l’Assessore organizzati a metà Febbraio per chiedere interventi fuori tempo che, come negli anni passati, andrebbero a vantaggio soltanto di qualche “furbetto” lasciando i produttori, come sempre, a bocca asciutta.

Ci stiamo solamente prendendo in giro. La crisi si affronta con una seria riorganizzazione di tutto il “sistema agrumi” che passa dalla modernizzazione e dalla razionalizzazione di tutti i fattori della produzione come la ricerca (Università e Istituto Sperimentale per l’Agrumicoltura), i Consorzi di Bonifica, la viabilità ed i trasporti, la sicurezza in campagna, l’assistenza tecnica, lo snellimento della burocrazia, l’organizzazione commerciale, la seria promozione delle nostre produzioni sui mercati. Tutto ciò, tuttavia, sarebbe inutile, se tutti i produttori ed operatori commerciali non comprendono che senza una seria politica associazionistica non si va da nessuna parte. Ritengo di poter affermare che siamo rimasti forse l’unica area del mondo in cui, dopo un anno di sacrifici, si aspetta ancora il “sensale” per vendere le arance. In tutto il mondo i produttori producono ed alla fine dell’anno conferiscono ad organizzazioni di produttori che si impegnano a valorizzare al massimo le produzioni degli associati.

A causa del nostro esasperato individualismo siamo rimasti fermi agli anni ’70 e continuiamo ad aspettare che il politico di turno venga a risolvere i nostri problemi. Smettiamola di piangerci addosso ed organizziamoci come hanno fatto in tante altre parti d’Italia e del mondo. Se tutto questo non si dovesse attuare non usciremo mai dalla crisi. Tra poco più di un mese le arance finiranno, non si discuterà più di crisi agrumicola, all’annata di crisi succederà possibilmente un’annata di “scarica” in cui le arance bene o male si venderanno e, tra due anni, ci ritroveremo ancora una volta a parlare di crisi agrumicola, di emergenza, di proposte di intervento a sostegno dei produttori e di tutto quanto stiamo parlando oggi. Personalmente mi sono stufato di tutto ciò e, soprattutto, non voglio prendere in giro nessuno”.

3 Comments

  1. Pienamente d’accordo. Ove non fosse già stato fatto si faccia la politica promotore di iniziative che vanno nella direzione da lei correttamente indicata.

  2. Bel discorso, ma niente proposte. Tutte le amministrazioni se ne sono sempre infischiate dei problemi e delle sofferenze dei piccoli produttori.

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