E’ Pasqua, il Vicario padre Algeri: “Gli eventi di morte non sono l’ultima parola”

95047.it Al di là della banale retorica, degli auguri di circostanza, della consuetudine che si ripete nel corso dell’anno, cosa deve essere – davvero – la Pasqua? La notte scorsa Papa Francesco ha evitato di girarci troppo attorno, definendo quello che, per i cristiani, dovrebbe essere il mistero della Santa Pasqua: “Ma per entrare nel mistero ci vuole umiltà, l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedestallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono. Per entrare nel mistero ci vuole questo abbassamento che è impotenza, svuotamento delle proprie idolatrie… adorazione. Senza adorare non si può entrare nel mistero”.

Paternò, oggi, chiude la settimana santa con l’uscita del Cristo Risorto. Altro momento di partecipazione (magari non come il Venerdì Santo) e tradizione. Quasi un simbolismo: una città (come la nostra) in forte difficoltà e che arranca, può tornare a resuscitare? Abbiamo chiesto al Vicario foraneo, padre Enzo Algeri, un messaggio ai paternesi in questa domenica di Pasqua: da parte nostra, ripartiamo da qui. Auguri Paternò!

PADRE ENZO ALGERI:
“Gesù è Risorto! È veramente Risorto!
L’annuncio della Risurrezione del Signore giunge in un momento nel quale sperimentiamo tanti eventi di morte: sfruttamento di lavoratori, disagio economico e sociale diffuso, criminalità.
La fede nel Signore risorto per noi cristiani significa che guardiamo al futuro con speranza. Questi eventi di morte non sono l’ultima parola. Noi crediamo nella forza dell’amore che è solo capace di sconfiggere la morte.
Credere che il Signore è Risorto significa perciò che noi ci impegniamo a lottare per sconfiggere il male e la morte con il bene. Credere in Gesù Risorto significa credere nella forza dell’amore!
Impegniamoci a operare per il bene e la giustizia.
Cristo ha vinto! Buona Pasqua!”.