Ennesimo tentativo di rinviare il consiglio: Calabrò si dimette da capogruppo del Pd

95047.it La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la seduta di sabato sera. Il tentativo di provocare un altro rinvio dell’incontro di consiglio comunale (e sarebbe stato l’ennesimo della consiliatura) ha portato Nino Calabrò ad essere coerente con sé stesso ed a rassegnare le dimissioni da capogruppo del Pd. Lui che, assieme a pochissimi altri (e sottolineiamo il “pochissimi”) denuncia da mesi il malcostume di rinviare in modo “pilotato” e senza alcun apparente motivo, sedute che potrebbero esaurirsi al massimo nel giro di una sera.
“Non possiamo permetterci di giocareracconta a 95047.it Calabrò -. E’ inutile rimanere al comando di un gruppo che, evidentemente, non riesco più a portare avanti. Ecco perchè le mie dimissioni da capogruppo. E’ tutta una questione interna al Pd: ed ho invitato i consiglieri del partito ad incontrarci per una discussione che sia finalmente seria. I consigli non si possono rinviare senza un motivo valido”.

Non è un mistero che, in più di una occasione, vi siano stati ingiustificabili e subdoli accordi tra consiglieri appartenenti alle fila dei democratici facenti parte di una o più commissione per arrivare a rinviare volutamente le sedute di consiglio. 
Va anche detto che alcuni giorni fa lo stesso Nino Calabrò ha protocollato una apposita richiesta legata alle sedute di consiglio comunale nelle quali, secondo il vice-presidente dell’assise, sarebbe stato commesso un danno erariale all’ente: la richiesta è quella di annullare alcune sedute e restituire anche il gettone di presenza.

Perdipiù, quella di sabato scorso era una seduta convocata in via straordinaria ed urgente. A maggior ragione era, dunque, inspiegabile la richiesta di rinvio. L’argomento della discussione dell’assise era quello della crisi agrumicola con una mozione che era stata presentata dai consiglieri Messina, Fallica e Furnari. In particolare, è stato il consigliere Ezio Messina a puntare il dito nei confronti dell’amministrazione comunale “rea” di essere rimasta immobile in questi anni, sull’argomento. “Abbiamo sentito solo favole finora e ancora ne continuiamo a sentire”, taglia corto Messina. Una seduta nella quale la tensione si è tagliata con il coltello.

Infine, una ultima annotazione a proposito della situazione legata ai Revisori dei Conti: dallo scorso novembre il Collegio è monco in quanto composto da soli due consiglieri (anzichè tre). Lo scorso 8 febbraio è scaduto il bando di partecipazione per individuare il terzo componente: resta, tuttavia, il fatto che gli atti legati al Bilancio continuano a non essere esaminati dall’intero Collegio. Con l’aggravante che diversi dispositivi del Consiglio di Stato hanno decretato come non si possa sostituire un solo componente dei Revisori bensì andrebbe rieletto l’intero Collegio.

Nel frattempo, la politica si guarda bene dal parlarne: non si sa mai qualcuno volesse andare a fondo, forse ben più di qualche banalissima bega salterebbe fuori.

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