GRAVINA DI CATANIA. AZZERATA BANDA DI SCASSINATORI: 7 I CATANESI ARRESTATI

I Carabinieri della Stazione di Sant’Agata Li Battiati (CT), coadiuvati dai colleghi del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania, della Compagnia di Gravina di Catania e della Tenenza di Mascalucia, hanno arrestato nella flagranza del reato di furto aggravato in concorso i catanesi:
1. Simone AURORA di anni 24, già agli arresti domiciliari
2. Antonino GRILLO di anni 19
3. Francesco Agatino VALENTI di anni 21, già agli arresti domiciliari;
4. Giuseppe Gaetano VALENTI di anni 32
5. Domenico BUREMI di anni 31
6. Michael AURORA di anni 19
7. Alessio RUSSO di anni 22, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno

Si erano organizzati nei minimi particolari per dare l’assalto a quella cassaforte di proprietà di un orafo custodita all’interno di un garage di via Giuseppe Giusti a Gravina di Catania. Giunti in piena notte sul posto a bordo di due autovetture, una Opel Agila e una Ford Fiesta, risultate rubate a Catania pochi giorni fa, nonché muniti di ogni tipo di attrezzo utile allo scasso, hanno forzato diversi box auto fino a trovare quello giusto dove, individuata la cassaforte, l’hanno issata per poterla caricare sulla Ford Fiesta e fuggire via.
A scombinare i piani della banda i militari di Sant’Agata Li Battiati, i primi a giungere sul luogo del reato, i quali, grazie alla telefonata formulata da un cittadino al 112 NUE, che aveva notato degli strani movimenti nei pressi di quel complesso residenziale, hanno immediatamente individuato il “palo” che vedendoli è fuggito dentro i locali-garage.
Richiesti alla centrale operativa i rinforzi, uno dei carabinieri ha inseguito la “sentinella”, mentre il collega alla guida dell’auto di servizio l’ha posizionata di traverso proprio dinanzi l’accesso ai garage in modo da precludere la fuga dei ladri.
Mossa azzeccata che ha consentito al dispositivo d’intervento di scovarli ed ammanettarli uno ad uno, recuperare la cassaforte, sequestrare gli indumenti (passamontagna, guanti e cappellini), gli smartphone per comunicare tra loro nonché tutti gli attrezzi utilizzati per il raid.
Gli arrestati, in attesa del giudizio per direttissima, sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza.