“Il cambio di assessori? Segnale di un progetto politico debole”

95047.it Una chiacchierata a trecentosessanta gradi: partendo da Roma e toccando Paternò

– Senatore Torrisi, con l’elezione di Sergio Mattarella, per la seconda volta lei è stato tra i grandi elettori del presidente della Repubblica. Tutti, chi più chi meno, abbiamo seguito i passaggi dell’elezione attraverso i mass media. Qual era in quei giorni il clima politico a Montecitorio?

Il clima era di grande responsabilità. Ricordo le vicende politiche che portarono alla rielezione del presidente Napolitano. Quella fu una circostanza difficilissima, si era da poco usciti da elezioni in cui nessuna coalizione aveva vinto veramente, lo stesso Pd aveva subito dei contraccolpi e non si era riusciti a formare un governo; fu un inizio legislatura con grosse difficoltà nella quale, per uscire da una fase critica, si decise di convergere alla rielezione di Napolitano, ciò permise di andare avanti affinché vi fosse un governo di larghe intese.
Diversamente, all’elezione del presidente Sergio Mattarella si è arrivati in un contesto politico migliore, con un governo che ha un’ampia maggioranza e quindi nelle condizioni di guidare le elezione di un presidente, malgrado fosse necessario evitare i rischi di eventuali franchi tiratori. In questo caso la ricerca di una personalità, che sul piano pubblico e personale avesse le caratteristiche per rappresentare l’unita nazionale è stato un obiettivo primario condiviso dalle forze politiche. A mio giudizio, con l’elezione di Mattarella è prevalso il buon senso ed è stata fatta la scelta giusta. Si tratta di una persona di formazione politica centrista, avendo avuto esperienze politiche sia nella Democrazia cristiana che nel Partito popolare, ma è soprattutto un giudice costituzionalista che è stato componente della Corte costituzionale. Tutti questi dati lo portano ad avere le caratteristiche giuste affinché sia un presidente di garanzia per i cittadini, e politicamente sopra le parti.

– In quelle circostanze il Nuovo centrodestra ha rischiato di spaccarsi, coi parlamentari, da una parte, che seguivano le indicazioni di Angelino Alfano, il quale guardava a Forza Italia che aveva come candidati Giuliano Amato e Casini, e undici elettori, dall’altra parte, guidati da lei e dal senatore Giuseppe Pagano. Voi avete preso una chiara posizione, anche con una dichiarazione scritta ufficiale, affermando l’intenzione di voto per Sergio Mattarella, nome proposto dal Partito democratico del premier Renzi. La vostra è stata una scelta che ha avuto conseguenze all’interno del vostro partito?

Direi di no. Nella fase precedente le votazioni credo sia mancata la capacità di confronto tra il Pd da una parte e l’Ncd e Fi dall’altra. Si era creata una divergenza sul metodo, e anche grazie agli undici senatori di area popolare del Ncd si è riusciti a proseguire, affinché nella scelta del candidato prevalesse la persona e non il metodo. Dato che l’area popolare è forza di governo, al di là della solidarietà politica a Fi per un patto precedente, si doveva necessariamente arrivare ad una scelta condivisa per non indebolire la tenuta del governo. Il rischio era quello di annullare un percorso politico fatto nell’ultimo anno coi partiti di area popolare, come l’Udc, diversamente da Forza Italia, che per le vicende personali di Berlusconi scelse di stare all’opposizione: una condotta ambigua, quella di Forza Italia, che ancora permane. Quindi, a mio giudizio, la vicenda si è conclusa bene poiché si è eletto un ottimo presidente della Repubblica, ciò senza nascondere la soddisfazione di avere scelto un siciliano, un elemento in più che molti elettori siciliani, anche di Fi, hanno fatto prevalere per il loro voto.

– Anche Alfano ha rilasciato la stessa dichiarazione, condividendo la scelta della persona ma non il metodo.

Sì, ma dopo un impasse di ventiquattro ore, per la quarta votazione Alfano ha scelto pubblicamente di condividere il candidato di Renzi, sbloccando di fatto la votazione di sabato mattina facendo votare l’Ncd per Mattarella, assieme al Pd, Sel e altre individualità parlamentari, visto l’elevato dato numerico dei voti a favore dal neopresidente.

– Al di là dell’azione politica, come ha vissuto sul piano personale e umano, l’esperienza dell’elezione del Capo dello Stato?

L’ho vissuta con grande partecipazione e senso di responsabilità, poiché anche l’opinione pubblica era attenta agli eventi. Ma senza volermi attribuire grandi meriti credo che – come hanno riportato gli organi di stampa nazionale – per sbloccare la situazione che si era venuta a creare, noi undici senatori di area popolare del Ncd abbiamo contribuito con una forte spinta per la votazione decisiva. Anche i sondaggi successivi hanno dimostrato che la nostra scelta, alla fine, è stata quella giusta.

– Chiudiamo la parentesi romana e veniamo a casa nostra. Nell’arco di poche settimane, all’interno dell’amministrazione comunale di Paternò vi sono state le dimissioni di alcuni assessori, nonché in sede di Consiglio comunale una seria proposta per sfiduciare il sindaco Mauro Mangano. Come legge politicamente questi fatti?

La mia valutazione, scevra da pregiudizi, è fortemente critica rispetto all’impostazione della Giunta Mangano. Il dato che due terzi della Giunta nell’arco di due anni siano già cambiati significa che vi è alla base un progetto politico debole. Ma questi avvicendamenti non credo siano legati all’insufficienza degli assessori che vi sono stati, tra i quali devo dire, sul piano dell’individualità diversi hanno dimostrato di essere bravi e attenti rispetto alle deleghe di cui si sono occupati.
I problemi politici di tenuta della compagine amministrativa che ha vinto le ultime elezioni, nascono dal fatto che il sindaco Mangano, secondo me sbagliando, è stato costretto a mediare coi componenti del Consiglio comunale per mantenere una maggioranza che lo seguisse. Ma, a mio avviso, questa mediazione è stata fatta a ribasso, cioè a danno della città e per mantenere una compagine. Ma i nodi politici e programmatici di questa stessa compagine, la cui responsabilità di guida appartiene al sindaco, rimangono tutti irrisolti. Non c’è una visione programmatica di strategia per il futuro, legata soprattutto a nuove proposte del sindaco che, a mio giudizio, mancano.

– Nel 2017 i paternesi ritorneremo al voto per le amministrative. Ovviamente è ancora presto per avere dei nomi da candidare a sindaco da parte di una eventuale coalizione che non sia di sinistra. Pur non essendovi ancora un quadro politico chiaro e definito, le attuali forze politiche di opposizione hanno un comune progetto politico per arrivare preparati all’appuntamento del voto comunale?

Intanto mi auguro che l’attuale amministrazione cambi passo, e lo dico sia da cittadino che da politico, affinché possa dimostrare nei mesi che mancano alla fine della legislatura di operare realizzando obiettivi importanti per questa città. Questo è il mio augurio, ma ne dubito fortemente; sono razionalmente convinto che trascorsa già oltre metà consiliatura, sia improbabile che possa esservi uno sprint che faccia recuperare il tempo perduto, e immagino che il consuntivo finale sarà fortemente insufficiente. Detto ciò, mi pare che in Consiglio comunale sia nata una opposizione che sta svolgendo un lavoro costruttivo. Credo che da questo gruppo dirigente nato in Consiglio debba avviarsi una nuova proposta politica che sia alternativa a quella dell’attuale amministrazione. Chiaramente, per adesso, si tratta di una proposta di opposizione consiliare, una proposta che va però allargata alla collettività paternese. Bisognerà avere la capacità di coinvolgere le forze politiche che stanno all’opposizione, confrontarsi e fare anche una proposta programmatica di contenuti alternativa all’attuale amministrazione, e quindi adeguata alle sfide per risolvere i problemi che opprimono Paternò. Credo debba essere questo il percorso, un percorso che parte, comunque, dal Consiglio consiglio comunale.

1 Comments

  1. Sen. Torrisi non si rende conto che NCD sta scomparendo,a parte il voto dato a Mattarella Lei che sta facendo per Paterno’? Ci stanno chiudendo l’ospedale e Lei ha fatto solo aria fritta, non ha preso nessuna iniziativa nonostante che il Ministro alla Salute sia del NCD .Quindi cerchi di smuoversi non si nascondi.

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