INSEGUIMENTO DA FILM DA MISTERBIANCO A PATERNÒ: FAMIGLIA IN FUGA ROMPE LA SBARRA DEI CARABINIERI PER CHIEDERE AIUTO

Paternò – Un episodio a dir poco surreale, dai contorni quasi cinematografici, ha avuto luogo venerdì pomeriggio tra Misterbianco e Paternò. Un normale diverbio stradale si è trasformato in un pericoloso inseguimento, culminato davanti alla caserma dei carabinieri di Paternò, dove si è sfiorata la tragedia.

Secondo quanto ricostruito, tutto sarebbe nato da una mancata precedenza a un incrocio nei pressi di Misterbianco. Protagoniste due vetture: una Fiat 500L, a bordo della quale viaggiava una famiglia con alcuni pazienti in dialisi, e una Mercedes Classe A, guidata da una giovane donna originaria proprio di Misterbianco.

Dopo un alterco verbale tra i due conducenti, la situazione è rapidamente degenerata. La Fiat 500L ha cercato di allontanarsi, ma è stata inseguita dalla Mercedes per diversi chilometri lungo la SS121 e poi tra le vie di Paternò. Durante l’inseguimento, la Mercedes avrebbe più volte tentato di tamponare la 500, creando una situazione di grave pericolo per i passeggeri e per gli altri automobilisti.

Sentendosi minacciato, il conducente della Fiat ha deciso di dirigersi verso la caserma dei carabinieri di Paternò. In preda al panico, ha forzato l’ingresso del cortile, divellendo la sbarra automatica pur di mettersi in salvo. Ma la vicenda non si è conclusa lì: mentre l’uomo suonava al citofono per chiedere aiuto, la donna alla guida della Mercedes ha raggiunto il veicolo e ha aggredito una delle passeggere.

L’intervento tempestivo di alcuni militari dell’Arma ha evitato il peggio e riportato la calma. Al momento non è noto se siano state presentate denunce formali, ma i carabinieri hanno comunque avviato un’indagine per ricostruire con precisione l’accaduto.

Un episodio che riaccende i riflettori sulla pericolosità di certi comportamenti impulsivi alla guida e sul rischio che uno screzio banale possa sfociare in conseguenze ben più gravi.

Riceviamo e pubblichiamo la replica della signora alla guida della Mercedes:

Smentisco la versione riportata nell’articolo, così come dichiarato dalla sottoscritta e mi riservo di far valere i miei diritti. La versione non riporta assolutamente quanto accaduto ed è increscioso come io – donna vittima di percosse, aggressioni stradali e verbali – possa in un attimo essermi ritrovata da vittima a carnefice”.

A parlare è la donna alla guida della Mercedes classe A, che ha richiesto diritto di replica e della quale manteniamo la privacy anche in tutela della sua stessa sicurezza.

A sentire la versione della donna, l’inseguimento dello scorso venerdì, oggetto della smentita, sarebbe stato procurato dall’uomo a bordo della 500l, il quale – nonostante avesse in auto due minori e tre adulti, di cui un paziente dializzato – avrebbe speronato la donna, barrandogli la strada, per poi scendere dal mezzo e inveire contro di lei, con offese maschiliste, procurandole tra l’altro dei danni all’auto, e facendo successivamente rovinare a terra un giovane in scooter intervenuto in sua difesa.

“Incommentabili anche le condotte degli altri occupanti del veicolo Fiat – prosegue la donna – senza distinzione di età e condizioni fisiche, mi sono ritrovata con un’intera famiglia contro temendo il peggio, per fortuna sono riuscita a chiudermi dentro l’auto, per poi divincolarmi e condurre il mezzo in direzione Carabinieri.

E poi ci meravigliamo quando leggiamo l’ennesima notizia di femminicidio”.

La causa? Tutto sarebbe partito a seguito di un sorpasso compiuto dalla donna alla guida della Mercedes e che all’uomo non sarebbe piaciuto. Forse – ndr – per non aver digerito l’affronto?

Del resto in una terra dove ancora purtroppo regna il patriarcato, non ci sarebbe neanche tanto la meravigliarsi.

Precisiamo che questa testata si è limitata a riportare i fatti così come emersi nelle prime ricostruzioni e nella replica della persona coinvolta, senza attribuire colpe o responsabilità a nessuno. Saranno gli inquirenti a stabilire la verità dei fatti.

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