“La Galleria d’Arte Moderna di Paternò è chiusa. E non è il solo bene culturale non fruibile di una città che soffre”

95047.it Riportiamo l’interessante intervento che il Maestro Barbaro Messina ha affidato ai colleghi de lindipendentenews.it (QUESTO IL LINK ALL’ARTICOLO) e raccolto da Salvo Fallica. Il dibattito è sulla Galleria d’arte moderna: ma serve a dire che la chiusura (seppur apparentemente provvisoria) della Galleria d’arte moderna è solo l’apice di una “questione cultura” da affrontare seriamente.

SALVO FALLICA – La vicenda della Galleria d’Arte Moderna di Paternò continua a far discutere, il tema sollevato da noi e dal collega Anthony Distefano su www.95047.it, da molti mesi, è diventato un simbolo dei beni culturali non fruibili della città. Da anni è chiusa, ed ora dopo l’ennesima denuncia di Anthony Distefano (che ha pubblicato l’elenco di tante opere di notevole valore che sono patrimonio della collettività), è giunta una lettera di alcuni assessori della giunta Mangano che annunciano la riapertura. Un nuovo annuncio che andrà valutato con i fatti, ovvero quando finalmente si verificherà. Ma la lettera non risponde alle domande essenziali più volte riportate sui media, ovvero perché è stata chiusa? Dove sono state conservate le opere in questo periodo? In quali condizioni sono le opere? Vi è chi ha chiesto se vi sono ancora tutte le opere. Bisogna ricordare, sempre con rigore cronistico e storico, che fece scalpore la denuncia del presidente del Consiglio comunale Laura Bottino (nel silenzio delle forze di maggioranza ed opposizione consiliare) dello stato “di abbandono delle opere, che si trovano in luoghi umidi”. “Appartenendo al pubblico vi è una rilevanza penale e civile”. A questa denuncia semplice e netta, non è mai stata data una risposta. Sul tema interviene nuovamente l’artista-artigiano Barbaro Messina, inserito nei beni delle Eredità immateriali della Regione Siciliana (tradotto in altri termini è un bene culturale vivente). Messina spiega: “La Galleria d’Arte moderna chiusa è una ferita per Paternò, una ferita sanguinante che non si è ancora rimarginata. Non basta un annuncio dell’assessore alla cultura Valentina Campisano che non spiega il perché della chiusura e il perché non sia stato trovato per molti mesi un luogo alternativo dove spostare la Galleria. Un errore del sindaco Mauro Mangano, che non voglio certamente imputare alla Campisano che si è insediata relativamente da poco tempo. Dobbiamo inoltre ricordare che la Galleria d’Arte Moderna, che era un gioiello della cultura e della storia di Paternò, fu chiusa per fare spazio alla Casa dei Cantastorie, che adesso è chiusa anch’essa, perché i locali sono inagibili. Paradosso nel paradosso, in questo quadro desolante, non vi è più di fatto nemmeno il Museo dei Cantastorie perché gli eredi dei Busacca hanno legittimamente ripreso tutti i loro beni che erano lasciati incustoditi, senza salvaguardia e vera valorizzazione. Nemmeno il palazzo delle Arti è adeguatamente valorizzato. Molti monumenti della Collina storica sono chiusi e non sono fruibili dai pochissimi turisti che vengono a Paternò né dai cittadini del territorio. Una ultima considerazione, anche se la riapriranno la Galleria e lo auspico fortemente, mica si cancellano gli anni in cui è stata chiusa. La comunità ha subito un danno notevole”.

Il suo ruolo super partes, il suo non occuparsi di politica, fa percepire le sue critiche all’opinione pubblica in tutta la loro essenza. E sembrano infastidire i governanti…“Guardi, sono un uomo libero, non mi importa nulla se i governanti di Paternò si infastidiscono, dico solo cose vere, faccio considerazioni che ognuno può verificare da sé. Il mio è il ruolo di un innamorato di Paternò che soffre nel vederla declinare”.
Si riferisce non solo alla cultura? “Certo. Come si può tacere dinanzi alla crisi politica, finanziaria ed economico-sociale che attanaglia Paternò? Come non si può rilevare la quasi totale assenza di efficaci strategie di politica economica? E’ mai possibile che le altre comunità si stiano attrezzando per avere la metropolitana veloce con Catania e Paternò rimanga fuori da queste tematiche infrastrutturali che decideranno i destini del territorio? A Paternò non si discute del futuro e del presente della zona industriale, che continua a non essere rilanciata, la zona artigianale è caduta nella dimenticanza totale”.
Una delle sue critiche che ha dato più fastidio è quella sul Carnevale. Ripeterebbe oggi quelle frasi? “Senz’altro il Carnevale di quest’anno è stata una mortificazione della grande tradizione di Paternò, della storia artigianale ed artistica. Non aveva nulla a che vedere con il Carnevale che ha dato lustro a questa città. Era meglio non farlo. Fare le cose in fretta, senza programmazione culturale, porta a risultati negativi. Vede, sono un settantenne, ho realizzato grandi cose nelle mie vita, non ho nessun timore reverenziale verso i potenti o che aspirano ad esserlo. Sono un uomo libero, non chiedo nulla, posso fare tutte le critiche che voglio. Sono tutte critiche reali e concrete, toccano delle ferite aperte, per questo infastidiscono…”

1 Comment

  1. Al giudizio dato dal Maestro Barbaro Messina ,uomo di grande personalità che ha dato tanto alla sua città ,voglio aggiungere ,che oltre al carnevale che ha mortificato Paterno’ ,anche la Fiera di Settembre non andrebbe fatta perché ridicolizza ancora di più Paterno’,tranne al cons.com.Comis e il Sindaco Mauro Mangano.Vergognatevi

I commenti sono chiusi.