La potenzialità sprecata delle nostre arance

95047.it Era il primo dell’anno quando da questo sito lanciammo il grido d’allarme per la valorizzazione del nostro prodotto per eccellenza, l’arancia. Siamo a marzo, come previsto non è stata una buona stagione per i produttori nostrani, i quali hanno alzato le mani in segno di arresa, di fronte ad un piano di commercializzazione impazzito. Sarà colpa del clima, della globalizzazione veloce, fatto sta che ogni anno va sempre male. Come non ricordarsi del proverbio, “C’è chi desidera, e chi disprezza”. Sta tutta qua l’amara considerazione, mentre le nostre arance tra le migliori nel mondo, sono desiderate e ricercate nei mercati, di tutto il mondo. Qui marciscono sotto l’albero, o portate al macero per l’industria.

Un momento del congresso
Un momento del congresso

Al nord Italia quanta gente va al mercato, compra frutta di stagione senza nemmeno sapere la provenienza dell’arancia, possibilmente la paga a peso d’oro, mentre vuole comprare arance siciliane, peccato, non poter trovare le arance di Paternò, una volta molto famose. Non è la scoperta dell’acqua calda, dalla sponda del lago di Garda arriva una conferma, come ci riferisce l’agronomo Salvo Fallica relatore del convegno “Alimentazione e salute” svolto domenica scorsa nel Palazzo comunale di Salò, nella sala del Provveditore Lungolago Zanardelli. Un congresso medico, che trattava in particolare medicina cardiovascolare, aperto al pubblico. L’amministrazione del comune di Salò ha voluto dedicare una giornata all’alimentazione per informare la gente quanto sia importante per la salute e il benessere, l’alimentazione. Al nord queste cose sono una buona prassi mentre, dalle nostre parti un convegno di medicina, probabilmente lo si svolge a porte chiuse. Si è parlato tanto delle arance, in appendice al convegno medico sulle terapie cardiovascolari, con quasi 200 medici provenienti da tutto il Nord Italia, a cui si aggiungeva anche la gente comune.

“La mia relazione – riferisce Salvo Fallica (consigliere comunale) – è stato tra gli interventi principali a cui hanno fatto seguito le relazioni mediche sugli agrumi e alimenti in genere. Nel mio intervento ho dovuto presentare il nostro territorio, da secoli una terra evocata alla coltivazione degli agrumi. Ho mostrato ai partecipanti la nostra collina, per descrivere come intorno ad essa sono nati i primi impianti alla fine dell’800, e poi ho mostrato le cartoline di inizio secolo, prese in prestito dal collezionista Nino Carobene, quelle con i monumenti arricchite con grappoli di arance, spedite da Paternò in tutto il mondo”. La sorpresa per i convegnisti è stata quella di poter gustare qualche arancia torocco, portata proprio da Paternò, sparite subito mentre dovevano servire per l’addobbo. Un convegno aperto dal professore Riccardo Raddino professore della cattedra U.O. di cardiologia presso l’Università di Brescia, seguita poi dalla relazione dal dottor Alberto Madureri della cattedra U.O. di Cardiologia , ASST ospedali civili di Brescia e poi la relazione “Caratteristiche e proprietà nutrizionali degli agrumi” svolta dall’agronomo paternese Salvatore Fallica che spiega: “Ho ricevuto tanti altri inviti per altri convegni in zona, e tante domante anche dai medici, ma la più frequente perché non si trovano queste arance nei supermercati? O nei negozi di frutta, dove si trovano arance straniere senza queste qualità nutrizionali, antociane e vitamina C, come quelle siciliane ed in particolare del territorio etneo? Come rispondere a certe domande! E’ un peccato non aver capito bene, le nostre potenzialità oggi sprecate”.