LA SONDA SOVIETICA KOSMOS 482 RIENTRA NELL’OCEANO INDIANO: DIVERGENZE NELLE STIME DEL PUNTO DI IMPATTO

La sonda sovietica Kosmos 482, lanciata nel 1972 con l’obiettivo di raggiungere Venere, ha finalmente concluso il suo lungo viaggio spaziale con un rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre.

Nonostante il fallimento della missione originale, che non riuscì a farla uscire dall’orbita terrestre, la sonda ha continuato a orbitare intorno alla Terra per oltre 50 anni prima di rientrare nell’Oceano Indiano.

Il rientro è avvenuto intorno alle 8:05 italiane, come confermato dalla task force del Consorzio Europeo Space Surveillance and Tracking (Eu-SST), che include il Centro di Space Situational Awareness dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara. Questo centro, responsabile del monitoraggio delle operazioni di re-entry e frammentazione, ha seguito il percorso della sonda fino al suo impatto, ma una serie di incertezze riguardo al luogo preciso del suo schianto ha suscitato preoccupazione.

Il rientro della sonda è stato tracciato in tempo reale grazie alla rete di sensori europei, che include anche quelli situati in Italia, in particolare in Emilia Romagna, Sardegna e Basilicata. È stato proprio il sensore situato in Sardegna che ha avvistato l’ultimo passaggio della sonda sopra la zona tirrenica alle 5:00 italiane, quando la sonda viaggiava a una velocità di 28.000 chilometri orari. La traiettoria finale è stata osservata successivamente dalla Germania, ma una volta che il passaggio successivo sulla Germania non è avvenuto, è stato confermato che il rientro si era concluso con l’impatto.

Secondo le dichiarazioni ufficiali dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, l’impatto della sonda nell’Oceano Indiano è avvenuto alle 8:24 italiane, a 560 chilometri a est dell’Isola Andamana Centrale, una delle principali isole dell’arcipelago delle Isole Andamane, situato nel sud del Golfo del Bengala. Roscosmos ha sottolineato che il rientro della sonda è stato monitorato attraverso il suo Sistema di allerta automatica per le situazioni di pericolo nello spazio vicino alla Terra.

Tuttavia, la versione fornita dalla US Space Force, attraverso l’astronomo Jonathan McDowell, indica che il rientro avrebbe avuto luogo tra le 7:20 e le 7:55 sullo spazio sopra l’Oceano Pacifico, una stima che contrasta con quella fornita dall’Esa e da Roscosmos. Questa discrepanza solleva interrogativi sulla precisione dei dati e sui metodi di monitoraggio utilizzati dai vari enti spaziali.aziali.

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