Liberatelo!

95047.it Il suo è un grido disperato. Quello di chi è stato rinchiuso all’interno di un palazzo (quello comunale di zona Ardizzone), senza avere commesso alcun crimine. Alcun reato. Eppure, è lì. A reclamare giustizia. E’ il busto di Dante Alighieri del quale si erano perse le tracce in un freddo giorno dello scorso febbraio. Oggi, lo abbiamo ritrovato di scapocchio in una delle stanze del Palazzone. Lo abbiamo intervistato in esclusiva superinterplanetaria.

Illustrissimo Professor Dante, buongiorno: anzitutto, come sta?
‘Ome vole che stiah maremma…eh la mi sc’husi per l’accento toscano cercherò di tenere una cadenza italiana..Dunque, come vuole che stia? Rinchiuso qui senza aver commesso nulla”.

Ma ne è certo? Perché era stato promesso che sarebbe stato liberato prestissimo: suvvia, qualche leggerissima infrazione la deve pure aver commessa.
“Ma no. Assolutamente no. Ma qui è peggio che stare all’inferno: avevo detto alla mia Beatrice che tornavo presto e, invece, guardi che fine che ho fatto. Io voglio uscire, lo dica a tutti: io voglio uscire! Liberatemi!”.

Senta, ma come la stanno trattando?
“Ma qui, mi scusi il termine, non mi caga nessuno a dire la verità. Ogni tanto qualcuno mi guarda ed è come se si infastidisse a vedermi: oh, ma io qui non voglio stare. Mica ho scelto io di restare qui”.

Ma, a proposito, come c’è finito qui? Sapevamo che avevano provato a rapirla e che è stato portato via proprio per essere messo al sicuro.
“Ma per quanto tempo devo restare al sicuro secondo lei? Io voglio tornare ad essere libero. Voglio tornare lì, accanto alla chiesa di Santa Barbara: a vedere i paternesi che mi passano davanti ed a sentire le loro discussioni, anche le più strampalate. Ho bisogno di tornare a respirare: ecco”.

Guardi, non vorrei infierire, ma c’è un certo Pacchiotto che insinua il suo posto.
“Davvero?”.

Sì, sì: ma Pacchiotto ha speso belle parole per Lei.
“Ma cose da pazzi. Io sostituito. Cose da pazzi. Basta, la misura è colma: mi porti via da qui”.

Lo farei con estremo piacere ma da soli non riusciamo.
“Lei si rende conto di ciò che sto dovendo subire? Mi chiami subito Virgilio: devo uscire fuori da questo girone infernale!”.

La capisco, la capisco ma non si arrabbi.
“Ma che dicono i paternesi di me? Che hanno detto quando hanno visto che non c’ero più?”.

Beh…senta: quello che è importante è che Lei stia bene. E di questo i paternesi saranno felici.
“Ma in che mese siamo?”.

Siamo a settembre inoltrato.
“Mi son perso la primavera e l’estate. Sto qui da troppo tempo: ma perchè non mi vogliono rilasciare? Cosa ho fatto? Promette di far conoscere la mia storia?”.

Siamo qui per questo. Guardi, ci rivedremo prestissimo: riposizionato lì, al suo posto.
“Lo spero. Grazie e mi saluti la città”.

Guardi, Le chiederei di farci un selfie ma, forse, è meglio evitare. Le scattiamo solo una foto da lontano: con discrezione.
“Sì, con discrezione. Sà, qui sono permalosi non poco”.

1 Comment

  1. Ahahahaha bel siparietto, ma credo ché resterà nella stanza del palazzone, purtroppo l’esimio Prof.Alighieri non movimenta capitali da poter depredare e per tanto nessun interesse 🙁

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