Lo spaccio a piazza Purgatorio ed il recupero dei crediti: “Scendi dal motorino che te lo levo”

95047.it Il luogo “dedicato” allo spaccio era piazza Purgatorio. Era lì che il clan gestiva lo spaccio: il braccio operativo erano Daniele Beato deputato all’organizzazione e Giuseppe Fusto che, invece, deteneva e spacciava lo stupefacente con l’obbligo di rendere conto allo stesso Beato.
Non mancano alcuni passaggi che rendono bene l’idea dell’azione del clan. Nei confronti di uno dei debitori di una partita di droga venduta si sentiva Fusto dire: “Viremu su u fazzu cascari ‘nda trappola…se m’arrispunni…non m’arrispunni u carrabbinieri…u sai che u sugna…non m’arrispunni”.

Ma il gruppo nei confronti dei debitori non esitava a sequestrare loro i mezzi di locomozione: “B: Ma che devi fare…scusa un attimo Pippo…ti devo togliere il motorino? R: ah? B: I soldi quando me li dai? Mi devi fare uncinare la minchia per tutte le volte che mi hai preso per il culo? Scendi dal motorino che te lo levo…scendi da questo motorino…dove ti devo accompagnare? Quando hai i soldi ti vieni a prendere il motorino… R: Ti sto dicendo dieci minuti… B: Entro dieci minuti portami i soldi”.

C’è, poi, un’altra conversazione che delinea in modo più evidente la divisione tra il gruppo di spaccio di piazza Purgatorio (clan Assinnata) e quella di Scala Vecchia (clan Morabito-Rapisarda). “G: Turi sono venuti quei ragazzi? T: Si, li hai mandati e sono venuto no! G: Li ho mandati perchè sono venuti, dovevano venire per forza. T: Va bene sono venuti gli ho detto di aspettare fino a lunedì. G: Hai visto? Vedi che non sono cosa mia questi qua, sono dall’altra parte hai capito no?”.

Il giro della droga comprendeva fiumi di cocaina. All’interno dell’auto che muoveva per le vie di Paternò, parlano Giuseppe Fusto e Rosario Oliveri: “O: Ma chi minchia fa…nuatri pippamu, vivemmo…e a chisti…(incomprensibile)…” Ed ancora: “Iu haiu statu co…(incomprensibile) allu voti iddu lassau qualche mancamento… F: Chiddu m’ha dari soddi, come l’haiu accucchiari?” O: Grillo ancora? F: A stasira u vo ceccu e pi chi iddu…iu m’haiu a mettiri…(incomprensibile)”. E poi c’era l’intento finale: “F: Minchia a stasira ci unchiu a facci a tutti e quattru…minchia a stasera e’ precisu…a stasera ci su vastunati”.