Mafia e sub appalti nei lavori per la fibra ottica: cinque arresti, sequestrata impresa di Misterbianco

In data  8/1/18, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, l’Ufficio GIP del Tribunale di Catania ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di

TOMASELLI Antonio, reggente della famiglia SANTAPAOLA/ERCOLANO e già detenuto a seguito dell’operazione CHAOS;

BIANCOVISO Rocco da Scordia;

CONTI PASQUARELLO Giuseppe, da Misterbianco;

DI BENEDETTO Angelo, figlio di Santo di cui all’operazione CHAOS;

CARUSO Alessandro da Scordia.

Nel contempo, si è proceduto al sequestro ex art. 321 cpp e 12 quinquies l. 356/92, della CONTI CALCESTRUZZI S.r.l.s., con sede in Misterbianco.

Il provvedimento, la cui esecuzione è avvenuta in data 9 c.m. a cura dei Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Catania, scaturisce dall’ulteriore approfondimento di segmenti investigativi dell’indagine del R.O.S.  convenzionalmente denominata CHAOS, eseguita nella notte tra il 10 e l’11 novembre dello scorso anno, all’esito del quale è stato accertato che:

BIANCOVISO Rocco, in veste di affiliato a cosa nostra catanese – famiglia SANTAPAOLA/ERCOLANO, in sinergici rapporti con TOMASELLI, indirizzava verso quest’ultimo, titolare occulto della CONTI CALCESTRUZZI S.r.l.s., alcuni imprenditori impegnati nei lavori di posa in opera della fibra ottica in Catania, così consentendo a TOMASELLI di divenire fornitore esclusivo del cemento occorrente per l’esecuzione dell’opera (di qualità scadente e fornito all’impresa a condizioni deteriori rispetto a quelle praticate sul libero mercato);

CONTI PASQUARELLO, titolare di fatto della predetta società, consentiva a TOMASELLI di esercitare il controllo pieno ed esclusivo sulla stessa, della quale risultava essere socio occulto e unico dominus;

DI BENEDETTO Angelo e CARUSO Alessandro, in conseguenza del rinvenimento di mezzi d’opera oggetto di furto in pregiudizio degli imprenditori e dopo gli arresti eseguiti nell’ambito dell’operazione CHAOS, tentavano di farsi consegnare Euro 5.000, quale compenso per la restituzione, così favorendo l’associazione mafiosa MAZZEI, intesi carcagnusi, cui Santo, padre di Angelo, appartiene.

Il quadro indiziario è stato ulteriormente corroborato dalle dichiarazioni delle parti offese e da quelle di collaboratori di giustizia.