OGGI È LA GIORNATA MONDIALE DELLE EMOJI

Dal 2014, ogni 17 luglio si celebra la Giornata Mondiale delle Emoji, le piccole icone che ormai fanno parte della nostra comunicazione quotidiana, amate da tutti – dai Boomer alla Gen Z – e presenti in ogni tipo di messaggio: chat, email, caption sui social e non solo. Le emoji sono diventate un linguaggio universale, diretto e immediato. Perché scrivere “sono felice” quando si può usare una faccina sorridente?

In occasione di questa giornata speciale, facciamo un salto indietro nel tempo per scoprirne le origini e vediamo come usarle bene nel marketing.

Le origini delle emoji

Tutto ebbe inizio nel 1999, quando il designer giapponese Shigetaka Kurita creò le prime emoji per un servizio di comunicazione mobile. La sua ispirazione arrivava dalle vecchie emoticon fatte con punteggiatura, come 🙂 o ;-).

La parola “emoji” nasce dalla fusione di due termini giapponesi:

  • e (絵), che significa immagine
  • moji (文字), che significa carattere

Furono proprio i giapponesi i primi a introdurle nei loro servizi digitali, ma è stata Apple a portarle al grande pubblico, integrandole nel sistema operativo dell’iPhone. Da lì, le emoji sono diventate un mezzo espressivo globale.

La data del 17 luglio non è casuale: è quella che compare nell’emoji del calendario.

E l’emoji più usata al mondo? La faccina che ride con le lacrime agli occhi, seguita dal cuore rosso, dal pollice in su e dalle mani giunte.

Emoji e marketing: istruzioni per l’uso

Le emoji non sono solo divertenti: possono essere strumenti potenti nella comunicazione di brand. Usarle nei copy può aumentare l’engagement degli utenti per tre motivi principali:

  1. Umanizzano il brand: trasmettono emozioni e rendono la comunicazione più empatica.
  2. Rendono il messaggio più chiaro: compensano l’assenza di tono di voce, espressioni e linguaggio del corpo.
  3. Parlano a tutti: sono comprese a livello globale, a prescindere dalla lingua del testo.

Oggi vengono usate su ogni canale: social media, newsletter, SMS, notifiche push. Ma attenzione: non si tratta solo di aggiungere qualche faccina qua e là. Come ogni elemento di una strategia di comunicazione, anche le emoji vanno usate con criterio.

Consigli pratici per usare le emoji nel marketing

  • Scegli emoji in linea con il tone of voice del brand. Un brand istituzionale non potrà usare le stesse emoji di un marchio giovane e ironico.
  • Verifica sempre il significato. Alcune emoji hanno doppi sensi o connotazioni diverse a seconda del contesto.
  • Attenzione alla quantità. Troppe emoji possono confondere o sembrare poco professionali. Il giusto equilibrio dipende dal tipo di messaggio, dal pubblico e dal canale.

Un esempio? Una banca probabilmente userà le emoji con moderazione, mentre un brand di moda rivolto a un pubblico giovane potrà sbizzarrirsi con quelle più colorate ed espressive.

E tu? Come le usi le emoji?

Le emoji fanno ormai parte del nostro modo di comunicare, e anche il marketing non può più farne a meno. Ma come ogni linguaggio, anche questo va conosciuto e rispettato per essere davvero efficace.

Buona Giornata Mondiale delle Emoji.

Rispondi

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.