
Nel pomeriggio di ieri è stato scarcerato e posto agli arresti domiciliari Pietro Cirino, ex consigliere comunale ed ex assessore del Comune di Paternò. La notizia è stata diffusa dal suo legale, l’avvocato Vittorio Lo Presti.
Cirino era stato arrestato lo scorso 15 aprile nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Athena”, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Paternò. Questa operazione, che ha coinvolto numerose persone, mirava a smantellare una rete criminale legata alla mafia locale, attiva a Paternò e nelle aree circostanti.
L’arresto di Cirino, insieme a quello di altre persone coinvolte, aveva suscitato grande clamore nell’opinione pubblica, data la sua rilevante posizione politica e istituzionale a livello locale.
Con la decisione del giudice, Cirino si trova ora agli arresti domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari.
Il 25 settembre prossimo, infatti, il Tribunale del Riesame di Catania esaminerà il ricorso presentato dalla Procura etnea contro la decisione del Gip Sebastiano Di Stefano Barbagallo.
Il Gip aveva respinto la richiesta di un’ordinanza cautelare nei confronti del sindaco di Paternò, Nino Naso, e dell’ex assessore dimissionario, Salvatore Comis, entrambi indagati nell’ambito della stessa operazione antimafia “Athena”, che aveva portato all’arresto di 16 persone.
Naso e Comis sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso con due presunti esponenti del clan Morabito-Rapisarda, affiliato alla famiglia mafiosa Laudani di Catania: Vincenzo Morabito e Natale Benvenga.
Secondo l’accusa, i due politici avrebbero ottenuto favori elettorali dal clan mafioso in cambio di appoggio politico.
Tuttavia, il Gip Barbagallo ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per giustificare l’arresto, considerando non dimostrati i presunti rapporti con la cosca, tra cui le assunzioni a tempo determinato di persone vicine al clan in un’azienda di gestione dei rifiuti e il presunto sostegno elettorale a Naso. Entrambi gli indagati hanno sempre respinto le accuse.