
La ragazzina si era legata una cintura al collo durante la sfida denominata «Black out challenge». Trovata dai genitori, era stata condotta al pronto soccorso dell’ospedale di Palermo. Le sue condizioni erano apparse disperate fin da subito
TikTok si chiama fuori, in una nota sostiene di non avere «riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato» alla “blackout challenge”, la sfida al soffocamento che secondo gli inquirenti è costata la vita a una bambina di 10 anni a Palermo. Però la vicenda – una tragedia inaccettabile, sconvolgente – è gravissima, la piccola Antonella è clinicamente morta dopo poche ore di agonia. I genitori, povera gente che vive in una modesta casa del centro storico del capoluogo siciliano, hanno autorizzato il prelievo degli organi. Così salveranno qualche altra vita, bimbi in attesa di trapianti. Antonella giocava come fanno i bambini della sua età, giochi assurdi, stupidi, veicolati sulle chat in cui ci si mette alla prova per fare cose folli: stringersi una corda al collo, nel caso specifico la cintura di un accappatoio, e resistere, resistere il più possibile, per far vedere agli amici quanto si è bravi, coraggiosi e forti.
È così che l’hanno trovata, poco prima delle nove di ieri sera, priva di sensi, nella sua stanzetta dell’appartamento nel popolare quartiere della Magione, non lontano da piazza Kalsa. Tra le urla disperate, nel vano tentativo di rianimarla, è stato chiamato il 118: ma da tempo rispondono i dischi, voci registrate e dunque la corsa in automobile fino all’ospedale dei bambini, il ricovero e le preghiere, la speranza, la rianimazione da parte dei medici, il cuore che torna a battere ma le condizioni della bambina sono rimaste sempre critiche, gravissime. Qualsiasi chance di salvarla si è infranta poco dopo le 13,30, quando è cominciata l’osservazione, la dichiarazione di morte cerebrale. In un clima di strazio e lacrime, all’ospedale dei bambini segnato dalle misure di sicurezza anti-Covid, i genitori hanno detto di sì al prelievo degli organi. La bambina aveva una sorellina di cinque anni. La mamma è in attesa di un fratellino: è al nono mese.
Indagano due Procure, dei minorenni, con l’ex assessore regionale alla Sanità Massimo Russo, e quella presso il Tribunale ordinario, guidata da Francesco Lo Voi. Istigazione al suicidio è l’intestazione del fascicolo, in entrambi i casi: il sospetto atroce che il gioco stupido sia stato messo in moto da altri ragazzini muove la Procura minorile, mentre l’altro ufficio punta a verificare responsabilità di adulti e del social. Sequestrato il telefono, per capire come Antonella abbia deciso di partecipare a quella sfida assurda e se qualcuno dovesse e potesse evitare che in un mezzo di comunicazione molto utilizzato dai bambini si organizzassero competizioni a dir poco folli. «La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi», dice un portavoce del social.
ATTENZIONE ALLE CHALLENGE ONLINE:
Consigli per i genitori:
• Parlate ai ragazzi delle nuove sfide che girano in rete in modo che non ne subiscano il fascino se ne vengono al corrente da coetanei o sui socialnetwork;
• Assicuratevi che abbiano chiaro quali rischi si corrono a partecipare alle challenge online. I ragazzi spesso si credono immortali e invincibili perché “nel fiore degli anni”: in realtà per una immaturità delle loro capacità di prevedere le conseguenze di ciò che fanno potrebbero valutare, come innocui comportamenti letali.
• Alcune challenge espongono a rischi medici (assunzione di saponi, medicinali, sostanze di uso comune come cannella, sale, bicarbonato etc), altre inducono a compiere azioni che possono produrre gravi ferimenti a se’ o agli altri (selfie estremi, soffocamento autoindotto, sgambetti, salti su auto in corsa, distendersi sui binari, etc);
• Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone: potrete capire meglio cosa li attrae e come guidarli nell’uso in modo da essere sempre al sicuro.
• Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a challenge, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide segnalateli subito a www.commissariatodips.it
• Tenetevi sempre aggiornati sui nuovi rischi in rete con gli ALERT che vengono pubblicati sul portale www.commissariatodips.it e sulle pagine Facebook Una Vita da Social e Commissariato di PS Online