PATERNO’: PARLA LA MOGLIE DI SALVATORE RUSSO: NOTIZIE INFONDATE SU CERTE TESTATE

Riceviamo e pubblichiamo un lettera scritta a due mani da Selene Catrini, e da Carmen Russo, rispettivamente moglie e sorella di Salvatore Russo, indagato per il duplice omicidio di Ucria avvenuto lo scorso agosto. Una lettera ricca d’amore e passione, ma soprattutto di amarezza per delle notizie infondate pubblicate da alcuni organi di stampa, che non sono menzionati in nessun atto giudiziale. Ma soprattutto una lettera che racconta il dramma e la paura vissuti in quella notte proprio dai protagonisti. E’ la prima volta che la signora Selene parla, e noi siamo fieri ed orgogliosi che abbia scelto la nostra testata per farlo. Riportiamo integralmente la lettera, senza conclusioni o pareri, confermando che un giornale ha il compito di narrare i fatti. I processi, si svolgono in un’aula di tribunale e fino a quando l’iter processuale non viene completato, non si può dire chi è colpevole o innocente. La giustizia ha i suoi tempi, ma arriva.

Luigi Saitta

Sono la moglie di Russo Salvatore, il trentenne paternese che il 15 agosto dello scorso anno fu costretto a fare ciò che mai avrebbe voluto fare. “Sono qui oggi per scrivere il nostro punto di vista, dopo aver letto in alcune testate giornalistiche una verità parziale, con molteplici omissioni e parecchie falsità o inesattezze. “Noi che dopo tanti sacrifici stavamo per festeggiare il nostro amore avanti a Dio non avremmo mai potuto immaginare che in pochi attimi di terrore sarebbe cambiata così la nostra vita. Volevamo solamente riposare due giorni con i nostri figli e i nostri cognati nella loro casa ad Ucria (presa pochissimi mesi prima dell’accaduto) per poi tornare ai nostri preparativi ma così non è stato. Per un banale parcheggio un anziano signore, che lo riteneva a lui riservato, cominciò una discussione il 14 sera, ma non con mio marito. Salvatore e mio cognato, pacificamente, misero fine a ogni discussione, si spostò la macchina e nessuno diede peso alle parole minacciose dell’anziano; soltanto per questo, qualcuno pensò bene di organizzare, solo nemmeno 24 ore dopo, una vera e propria “spedizione punitiva” di almeno 6 persone, tutti parenti tra loro, appartenenti alla stessa famiglia, ai danni di mio cognato e di tutti noi, che ci trovavamo a casa in quel momento, compresi dunque i miei 2 figli di 3 e 6 anni e i miei 3 nipoti di 11 e 12 anni.
Ebbene sì, la sera del 15 in pochi istanti abbiamo sentito arrivare la morte in quella casa, che doveva regalarci momenti spensierati; mio marito è stato solo capace di reagire a quella violenza che aveva interrotto la nostra tranquillità… ricordo le urla de nostri bambini come spade che trafiggono il mio cuore, la paura nei loro occhi è tangibile ancora oggi a distanza di un anno. Era solo questione di istanti: loro in sei, maschi armati – come appurato dalle indagini- e l’unico modo per difendersi e per difenderci, tutti, è stato premere quel grilletto, decidendo in pochi istanti cosa fare per evitare il peggio. Lo shock è stato enorme, il terrore tanto; tutti noi, nel sentire gli spari, siamo stati gelati dalla paura. Mio marito, con il suo gesto, ci ha salvati tutti, dall’aggressione che uomini in gruppo, armati e senza alcun scrupolo, sono venuti a casa nostra, con la precisa volontà di fare male a tutti noi. Sì è parlato molto dell’accaduto sottolineando spesso quanto preciso sia stato mio marito nello sparare agli aggressori, ma non si dice mai della situazione di terrore in cui noi ci siamo ritrovati e a quanto stretto e buio fosse il luogo dove è avvenuto il fatto e il tempo in cui ha reagito. Ho letto alcune importanti testate giornalistiche affermare che non c’è stata nessuna spedizione punitiva o che mio marito si sia spostato nella notte tra il 14 e il 15, ma non capisco da dove abbiano preso queste errate informazioni dato che negli atti del processo viene specificato come costoro vennero in casa nostra con minaccia e violenza, per futili motivi.
Mio marito ha collaborato fin da subito nonostante il suo stato di shock, ha consegnato lui stesso l’arma usata e siamo stati noi stessi a chiamare i carabinieri cercando aiuto ancora prima degli spari. Abbiamo sempre confidato nella giustizia che sono sicura andrà fino in fondo a questa vicenda chiarendo tutti i punti che ancora non vede chiari. Non è stato facile e non lo è tutt’ ora. Anche per noi è una continua lotta. Vedere la sofferenza dei miei figli è già una pena, così come lo è vedere mio marito che lotta giorno per giorno perché sia fatta giustizia. Io da parte mia posso dire che mio marito è stato un Padre che ha protetto la sua famiglia, i suoi figli che, dopo quello che hanno vissuto, sanno e sappiamo che lo ha fatto principalmente per noi. Sappiamo di non poterlo avere a Casa con noi perché la legge ha bisogno dei suoi tempi per capire le cose come sono andate. Noi abbiamo sempre gridato legittima difesa e continueremo a farlo perché non abbiamo voluto o cercato alcuna lite…tutto è stato conseguenza di azioni ingiustificabili, da chi oggi purtroppo è vittima delle proprie scelte. Concludo dicendo grazie a tutte quelle persone che sono state solidali a noi e mio marito, che ci hanno mostrato la loro vicinanza e il loro affetto nonostante tutto. Per chi parla, o scrive, senza sapere quello che successe quella sera, quello che abbiamo vissuto, posso solo dire che mi dispiace che diano così poco valore alla “Verità”. La domanda è: cosa si può fare, cosa si deve fare in casi estremi come questo, quando non si è voluta la violenza, la lite, quando si è a casa propria, nella serenità di una casa con tanti bambini?
A mio marito vorrei dire: < Noi siamo con te sempre e aspettiamo il tuo ritorno. Ti amo”

Selene Catrini

La sorella di Russo, Carmen aggiunge: “Io voglio ringraziare mio fratello perché se ad oggi siamo tutti quí lo dobbiamo principalmente a lui perché ha avuto coraggio e prontezza nell’intervenire Non si può spiegare quello che abbiamo vissuto. La famiglia non si tocca, non si va a casa a fare violenza dove ci sono anche bimbi. Noi ci ritroviamo ad avere i nostri figli traumatizzati e mi dispiace veramente tanto come non vengano considerati, pensate se dentro ci fossero stati i vostri figli, si proprio i vostri, lo dico a voi che leggete , provate solo ad immaginare come avreste reagito voi ! ?! voglio concludere dicendo : grazie Fratello. #IostoconSalvo E sì alla difesa della famiglia.

Carmen