PIAZZA ARMERINA: ANZIANA RAPINATA E PICCHIATA, ARRESTATI DUE CATANESI – VIDEO

«Operazione Predator»: arrestato dalla Polizia di Stato un gruppo criminale che si era recato in trasferta in provincia di Enna, a Piazza Armerina, per mettere a segno un colpo, una rapina, ai danni di un pensionato.
Sin dalle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato – in particolare la Squadra Mobile di Enna ed il Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, con la collaborazione della Squadra Mobile di Catania – sta procedendo all’arresto di alcuni soggetti, dimoranti fra i noti quartieri di Librino e San Cristoforo, in esecuzione di Ordinanza Applicativa della Custodia Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Enna, dottoressa Elisa Mazza, giusta richiesta del P.M. titolare dell’indagine, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna.
L’articolata e complessa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di P.S. di Piazza Armerina consentiva di far luce su un efferato tentativo di rapina ai danni di un’anziana vittima, da parte di un gruppo di criminali catanesi senza scrupoli, provenienti dai quartieri del capoluogo etneo ad elevata densità criminale, Librino e San Cristoforo, recatisi in trasferta nella città dei mosaici per mettere a segno un colpo predatorio e che, vistisi scoperti dalla vittima, non hanno esitato a picchiarla ferocemente per darsi alla fuga.

I fatti hanno avuto origine dalla richiesta di aiuto, pervenuta la mattina del 13 ottobre 2016 presso gli Uffici del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, relativa ad una tentata rapina ai danni di una persona anziana, perpetrata all’interno della sua abitazione, fra l’altro poco distante dalla sede del Commissariato, da alcuni malviventi che avevano profittato dell’affluenza in città di persone, commercianti ed avventori, in occasione del mercato settimanale.
Le successive indagini, eseguite anche mediante l’analisi dei dati di traffico telefonico e l’ascolto delle intercettazioni sulle utenze in uso ai malviventi, permettevano di accertare senza alcuna ombra dubbio la responsabilità dei criminali, in maniera perfettamente convergente con quanto rilevato dall’attenta visione dei vari filmati acquisiti dai sistemi di videosorveglianza cittadini.

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