“U ‘spitali? U ponu chiudiri”

95047.it La manifestazione di domani mattina a difesa dell’ospedale non ha chissà quale pretesa. E’, semmai, l’ennesima provocazione d’amore di una parte della città che non si vuole rassegnare. Che preferisce sbracciarsi le maniche anziché guardarsela da lontano. Che non vuole più delegare. Quella parte di città che c’è sempre: non ad orologeria, quando conviene. Quella parte di città che non vive delle compiacenze della politica e degli amici della politica. Che va oltre lo steccato del campanilismo per affermare un principio: quello che nel momento in cui si stava compiendo uno degli scippi più atroci nella storia del nostro territorio, c’era chi si voltava dall’altra parte fischiettando. Ma, tranquilli, si fischietta anche oggi. Valla a capire tu la banalità di chi abbiamo votato. Lo diciamo con tanta amarezza: mica per puntare il dito. In fin dei conti, la democrazia (o pseudo tale) porta a anche a questo: a dover accettare quello che ti arriva.

Ed oggi, quella parte di città che lotta contro la prepotenza del malaffare si sente come un amante tradito. In una Paternò nella quale – e qui sta la beffa – vengono fatte sognare ancora le lande fiabesche di uno sviluppo culturale ed economico addirittura in fase avviata. Ma a chi vogliono darla a bere? La vicenda dell’ospedale è la cartina di tornasole del momento. L’omertà di buona parte della politica locale è stata la definitiva pietra tombale su tutta la questione: il contentino dei lavoretti (manco fossimo seduti sui banchetti dell’asilo), della salvezza dello storico Centro trasfusionale è solo fuffa da dare in pasto alla propaganda. Ecco perchè, a quei cittadini che si sentono umiliati e sfiduciati, diciamo di non rassegnarsi. Lo diciamo perché il disegno legato al “Santissimo Salvatore” è preciso: depotenziarlo e farlo funzionare male per certificarne l’inutilità e la chiusura. La frase “U ‘spitali u ponu chiudiri”, che tanta gente in buonafede è portata a pensare, fa il gioco del sistema e del malaffare. Perso il Punto nascite; con il nuovo ospedale di Biancavilla ormai consegnato all’Asp; con tutte le contraddizioni della faccenda, gli unici a pagarne le conseguenze sono – guarda un pò – solo e soltanto quegli sventurati di cittadini buoni solo per andare a votare. Chi oggi ha la possibilità (anche) economica di farsi curare altrove, secondo voi pensa alla salvezza dell’ospedale? Ma dai.

Domani mattina, i bimbi delle scuole, i ragazzi degli istituti, gli artisti locali (ma non solo) saranno davanti allo spiazzo dell’ospedale assieme al Comitato “…per l’ospedale di Paternò”: all’incirca dalle 10 in poi. Noi ci saremo. Perché non siamo complici dell’ignavia e del malaffare che ha scippato questa città del diritto alla salute.

1 Comments

  1. Direct tore Lei ha ragione quando parla delł’omerta della politica Sulla questione ospedale ,io aggiungerei ,per rimanere in termini sanitari,anestetizzare non sappiamo per quale progetto politico ma sicuramente fra un anno Lo sapremmo.intanto il comitato deve continuare la sua battaglia non lasciandosi ,influenzare da chi dice “u spitali ?U ponu chiudiri e contro la mala politica regionale,Comunale e nazionale

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