Unione Europea, l’olio della Tunisia invaderà le nostre tavole

95047.it Prima luce verde dell’Europarlamento all’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. A dare il via libera gli eurodeputati della commissione commercio internazionale del Parlamento europeo, che hanno approvato il provvedimento con 31 voti a favore, 7 contrari e un’astensione. Accogliendo una richiesta contenuta nel parere della commissione agricoltura, gli eurodeputati domandano all’esecutivo Ue di effettuare una revisione di medio termine del provvedimento, cioè dopo un anno, per fare il punto della situazione. La misura, proposta dalla Commissione europea per mostrare concretamente la solidarietà dell’Unione dei 28 nei confronti della Tunisia in grave crisi economica dopo gli attacchi terroristici, ha sollevato forti preoccupazioni dei produttori del comparto olivicolo italiano. Ora la parola passa alla plenaria dell’Assemblea di Strasburgo, che dovrebbe pronunciarsi sul dossier già il prossimo febbraio. (FONTE ANSA)

L’INTERVENTO DI CONFAGRICOLTURA. “La proposta della Commissione Ue, approvata oggi dalla commissione Commercio internazionale del Parlamento europeo, che prevede il permesso, per la Tunisia, di introdurre sul mercato dell’Unione europea ulteriori 70 mila tonnellate di olio d’oliva – 35mila litri nel 2016 e altri 35mila litri nel 2017 – oltre alle quote già riconosciute di circa 57mila tonnellate l’anno, è un danno enorme per l’olivicoltura siciliana di qualità costretta a far fronte a una concorrenza sleale autorizzata”, lo afferma il presidente regionale della sezione olivicola di Confagricoltura Sicilia Giovanni Selvaggi. “L’approvazione dell’emendamento che prevede una valutazione d’impatto di medio termine sul mercato dell’olio per eventualmente chiedere alla Commissione europea “misure correttive” qualora la situazione lo dovesse richiedere, non è che un contentino che non mitiga per nulla questa invasione di prodotto non controllato e a basso costo sul mercato comunitario”, aggiunge Selvaggi.
“Dispiace constatare, una volta di più, come gli interessi delle imprese agricole del sud Italia non riescano ad essere difesi in sede europea, dove continuiamo ad essere trattati non come un settore trainante per l’economia ma come semplice elemento di scambio da utilizzare alla bisogna” “Ci auguriamo che i nostri parlamentari facciano valere le ragioni dell’olivicoltura di qualità e scongiurino l’approvazione definitiva di questo scempio”, conclude il presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Sicilia.