Santa Barbara, il “miracolo” del possibile cambiamento

95047.it “Tutte le città, anche le più infelici, hanno un angolo felice e a quel luogo bisogna aggrapparsi … la città è piena d’infelicità e d’ingiustizia, ma è anche ricca di momenti straordinari”. (Italo Calvino, Le città invisibili)
La città è scossa dalla tempesta mediatica – scatenata da un balletto, che “appare” come un fulmine a ciel sereno e s’interroga sulla sua identità, sulle ragioni della sua fede, sulle “responsabilità” e sulle possibili conseguenze di un fatto straordinario che era percepito come ordinario da tutti.
Se non ci fossero stati i social che rimbalzavano la notizia forse non staremo qui a commentare nulla se non il colore e il mistero di una festa antica che lega la città alla sua Santa.

La crudezza e il cinismo dei media – hanno travolto l’apatia di tutti, sconvolto le nostre sicurezze fino a farci ritrovare l’orgoglio di appartenere a una terra che francamente ha tanto da dare ma che poco fa per riemergere veramente. La voracità dei giornalisti – che proprio perché stranieri – ha invaso il nostro “villaggio” mite, proiettano all’esterno una verità nascosta dai perbenisti e dai prudenti forse accentuando, in maniera cruda, gli aspetti che più interessano la società di questo Paese Italia.
Abbiamo divorato, in passato eventi simili in altre città, in silenzio e assistiamo giornalmente a un bombardamento mediatico di uccisioni, tradimenti e furti che i format televisivi ci offrono in pasto per soddisfare la nostra voracità di tragedie altrui. Questa volta è toccato a Noi. Il villaggio mite.

12360142_10207061386244720_2300561546961532501_nForse Santa Barbara ci sta lanciando un messaggio nuovo di cambiamento. Forse dietro un fatto cosi traumatico si nasconde il seme di un rinnovamento spirituale e civico per la nostra collettività. Forse questo è il vero miracolo, perché dopo la mortificazione si intravede la rigenerazione.
In questo senso si collocano le parole di Italo Calvino: “tutte le città, anche le più infelici, hanno un angolo felice e a quel luogo bisogna aggrapparsi”. In questo senso, credo che oggi bisogna aprire una riflessione chiara e risolutiva sul futuro di una festa che appartiene alla città – nella sua dimensione laica – ma che è la rappresentazione di un popolo di fedeli che vivono con intensa spiritualità la ricorrenza della Santa.
Proprio nel confronto tra queste due istanze – laica e religiosa – si consuma un conflitto dialettico che in questi giorni anima la nostra comunità.
Alcune considerazioni sulle modalità che possono governare l’evento possono essere utili per rilanciare la festa. Mi piacerebbe pensare che il Sindaco possa azzerare il comitato dei festeggiamenti e ricostituirlo con figure funzionali agli obiettivi di valorizzazione delle tradizioni lasciando autonomia e autorevolezza al comitato parrocchiale che ha il dovere/diritto di curare gli aspetti liturgici e spirituali della festa. Mi piacerebbe pensare che il nuovo comitato civico sia formato esclusivamente da laici come il presidente della Pro-Loco cittadina, i tanti fotografi che hanno contribuito alla valorizzazione della festa, ad alcuni storici locali, da giornalisti, intellettuali, antropologi, docenti (per coinvolgere le scuole) e penso ad alcuni artisti ed esperti di “feste barocche”. (ci sarebbero tante risorse di eccellenza da coinvolgere)
Un comitato che promuova, mostre, conferenze, pubblicazioni, concerti e che possa andare persino oltre la festa con una programmazione annuale che riguardi gli eventi più importanti della città (pensate alla processione del venerdì santo). La programmazione permetterebbe all’Amministrazione di gestire il capitolo delle spese con procedure trasparenti e sostenibili (penso al contributo utile di Alessandro Messina per il risparmio ottenuto nelle luminarie) a cura degli uffici senza veicolare somme poco rendicontabili. Avrebbe un senso, che in questo comitato ci faccia parte – come elemento di raccordo – il parroco o il vicario e solo lui tra la parte laica e quella religiosa senza altri intermediari. Altra cosa sono le vicende spirituali che la Chiesa ha il dovere di coltivare con intimità, con spiritualità per accogliere il popolo di dio ed educarlo al significato più profondo della festa e voglio portare come esempio una possibile soluzione sui cerei. Come Giuseppe Mirenda (e mi risulta che non è il solo) ha evidenziato – possono essere l’occasione per una mostra permanente di arte sacra e costituire il punto di partenza di un nuovo corso in cui la chiesa mostra le icone della tradizione lontana da intromissioni imbarazzanti.

A questo punto vorrei tirare le somme e considerare le mie riflessioni solo un contributo libero al dibattito che sono sicuro ci impegnerà nei prossimo mesi e che andrebbe esteso ad altri temi del governo della città. Vorrei considerare quanto accaduto, non l’occasione per colpevolizzare, per dimenticare, per strumentalizzare, per chiudersi in posizioni di difesa ma l’occasione per ritrovare il senso della città. Ma nulla è possibile se non guardiamo dritto negli occhi la verità, anche se ci fa male e questo riguarda tutti noi. Tutti. Nessuno può esimersi da un “mea culpa” e Santa Barbara credo abbia voluto dirci. Rialzatevi, questo forse è il miracolo.

3 Comments

  1. Non c’è bisogno del miracolo di Santa Barbara per spazzare via questa amministrazione ,ma i cittadini paternesi che negli ultimi anni sono visti scippare dell’Ospedale,del Tribunale ,della Serit ,a giorni anche dell’Inps e con l’adesione alla città metropolitana anche del Municipio ,facendo diventare Paternò quartiere di Catania,come Librino ,Monte Po, S.G.Galermo ecc.Forse per una candidatura del prof.Mangano alla Camera dei Deputati.

  2. Il più grande miracolo che può fare la nostra Santa Patrona per Paternò, allo stato attuale, é liberarla dall’attuale pseudoamministrazione a guida PD che si sta rivelando la peggiore in assoluto degli ultimi decenni, che si spera possa finalmente cadere, e dopodiché ci si vede nel 2017 in occasione del voto. Tanto, o abbiamo il sindaco o abbiamo il commissario straordinario cambia poco o nulla.

    Se Santa Barbara facesse questo miracolo, i paternesi gli saranno eternamente grati e devoti.

  3. Ringrazio l’architetto Finocchiaro, per le parole positive espresse, tuttavia é mio dovere specificare che tutto il comitato, dal presidente ai parroci e tutti i componenti, ha reso possibile l’incremento delle luminarie, aumentando le arcate ma abbassando lo spreco energetico. Una lavoro di sinergia guidato dal presidente Gaetano Amato.

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