
Il poker in Italia è oggi molto diffuso ed apprezzato da giocatori di tutte le età, ma questo risultato non era per nulla scontato solo una quindicina di anni fa, quando questo affascinante gioco era ancora una disciplina di nicchia e spesso nell’immaginario collettivo era legato al mondo dell’azzardo e delle bische.
Ad aver contribuito sostanzialmente allo sviluppo del poker in Italia come disciplina sportiva basata sull’abilità è stata un’associazione senza scopo di lucro che prende il nome di F.I.G.P., Federazione Italiana Gioco Poker.
Oltre a regolare l’attività ufficiale nel nostro Paese, l’obiettivo programmatico della federazione è quello di ottenere per il poker il riconoscimento di disciplina sportiva associata al CONI, importante non soltanto dal punto di vista economico (grazie ai finanziamenti), ma soprattutto dal punto di vista della percezione del poker da parte del grande pubblico.
Quando nasce la F.I.G.P.
La F.I.G.P. nasce alla metà degli anni Duemila con l’obiettivo di promuovere e diffondere il poker sportivo. Gioca un ruolo importante anche durante la rivoluzione nel mondo del poker, nel 2011, quando vengono legalizzati i casinò online che operano secondo le regole stabilite dai Monopoli di Stato, come ad esempio 888poker. La federazione, infatti, presenta delle proposte normative sul gioco online che vengono accolte con favore dall’AAMS (oggi ADM, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).
La storia della F.I.G.P. a inizio ad Udine il 5 luglio 2006 ad opera dei due fondatori Claudio Pagano e Isidoro Alampi. Come detto, la federazione non ha scopo di lucro ed esercita la propria attività senza alcuna influenza legata alla razza, alla religione e alla politica.
Un punto importante che caratterizza l’operato dell’associazione fin dalla fondazione è l’assoluto divieto di praticare il gioco d’azzardo, che costituisce un lato del poker da cui essa prende categoricamente le distanze.
L’evoluzione nel corso degli anni
Fin dall’origine, la F.I.G.P. coordina ed organizza in Italia i primi eventi nazionali di poker inteso come vero e proprio sport, ovviamente nel rispetto della normativa vigente. Si tratta di eventi nelle case da gioco italiane, che grazie all’attività della neonata federazione vedono l’afflusso di migliaia di giocatori, dopo anni in cui il numero degli avventori era stato in netto calo.
In particolare, nel 2006 viene organizzato il primo Campionato Italiano di Poker, che prevede delle tappe nei quattro casinò presenti sul nostro territorio: Venezia, Sanremo, Campione d’Italia e Saint Vincent. Il primo campione italiano, Fabrizio Ascari, viene eletto a dicembre dello stesso anno, quando sono già 200 le associazioni sportive affiliate alla F.I.G.P. che contano un totale di oltre 10.000 affiliati.
Il successo ottenuto fin dalla fondazione porta all’inizio di un processo di maggiore strutturazione dell’associazione, con la creazione dei comitati regionali, l’organizzazione dei primi corsi per istruttori arbitrali ed il patrocinio dei primi corsi di perfezionamento tecnico di gioco.
A partire dal 2007 il poker sportivo diventa un vero e proprio fenomeno di massa, con l’inizio delle prime trasmissioni televisive dedicate e la copertura live dei principali tornei nazionali ed internazionali. Nel giro di qualche anno la F.I.G.P. raggiunge ben 50.000 tesserati ed oltre 1000 associazioni affiliate. Negli anni successivi i circoli diventano oltre 2000 ed i giocatori vengono stimati in oltre un milione in tutta Italia.
Proprio per il maggior afflusso di pubblico, cambia anche il format del Campionato Italiano di Poker, che prevede una selezione territoriale con una successiva fase regionale a tappe e succesivamente la selezione dei finalisti nazionali; nell’ambito della competizione vengono anche selezionati i membri che vanno a formare la Nazionale di Poker, la quale rappresenta l’Italia alla World Series of Poker. Inoltre, il torneo italiano assume una cadenza stagionale a cavallo dell’anno solare.
(H2) Il dialogo con le istituzioni
Fin dalla fondazione la federazione ha avviato uno stretto dialogo con i rappresentanti delle istituzioni ed anche con le Questure, al fine che tutte le attività si svolgessero nella massima legalità. Ovviamente, l’aspetto maggiormente problematico da parte dei tutori dell’ordine pubblico è la possibile pratica di gioco d’azzardo ed è per questo che la F.I.G.P. ha cercato di mantenere sempre la massima collaborazione e trasparenza.
Non sono mancanti comunque delle ferme prese di posizione a livello legislativo, culminati con i ricorsi alla magistratura amministrativa regionale e al Consiglio di Stato nei casi in cui dei Questori vietassero lo svolgimento delle attività. Un importante successo è stato ottenuto con il blocco dell’inserimento del poker sportivo dalla tabella dei giochi proibiti, grazie al ricorso accolto dal Consiglio di Stato con parere favorevole del Ministero degli Interni.
Molto importante è anche l’attività di relazione con i Monopoli, che ha culminato con l’apertura di un tavolo tecnico con l’AAMS per la stesura del regolamento attuativo per il gioco, con una distinzione tra il poker live e quello online. Infine, non è da sottovalutare il percorso a tappe per portare il poker ad essere una disciplina associata al CONI, iniziato nel 2013.