
Luigi Gabriele, presidente dell’associazione, sulla base di quanto sta accadendo ricorda che “la normativa prevede indennizzi per le vittime delle interruzioni di fornitura, in base a parametri precisi che variano a seconda della dimensione del comune di residenza”.
L’associazione ricorda quindi quando possono scattare gli indennizzi:
- Comuni con meno di 5.000 abitanti: l’interruzione superiore alle 16 ore consecutive;
- Comuni con più di 5.000 ma meno 50.000 abitanti: l’interruzione superiore alle 12 ore consecutive;
- Comuni con più di 50.000 abitanti: l’interruzione superiore alle 8 ore consecutive.
Nel caso in cui ci sia stata una interruzione superiore allo standard previsto scatta un indennizzo automatico pari a 30 euro, incrementato di 15 euro per ogni 4 ore di interruzione sino ad un massimo di € 300 euro il quale sarà riconosciuto in bolletta dal proprio fornitore per conto del distributore di zona.
Questi indennizzi – conclude Consumerismo – non precludono l’eventuale possibilità di avanzare una richiesta di risarcimento del danno nei casi in cui si verificano danneggiamenti a dispositivi/elettrodomestici o impossibilità di poter svolgere l’attività lavorativa.
COME RICHIEDERE IL RIMBORSO
L’indennizzo danni blackout è automatico. Questo vuol dire che non bisogna presentare alcuna domanda per ottenere il rimborso. Non esiste quindi una richiesta di risarcimento danni per interruzione d’energia elettrica in FAC SIMILE, né uno specifico modulo di risarcimento danni.
L’eventuale indennizzo arriverà in maniera automatica in bolletta.
Se un utente non dovesse ricevere il rimborso dovuto nei tempi stabiliti, può farne richiesta al distributore entro 6 mesi dal momento dell’interruzione. L’azienda, entro tre mesi, ha l’obbligo di versarlo o di motivare l’eventuale rifiuto.
Vale la pena specificare che l’impresa distributrice non è tenuta al rimborso se il cliente non è in regola con i pagamenti.
QUANDO ARRIVANO I RIMBORSI
I rimborsi automatici saranno corrisposti come detrazioni nella prima bolletta emessa dopo 60 giorni dall’interruzione. Se la sospensione coinvolgesse più di 2 milioni di utenti, considerata la complessità del caso, il termine passa da 60 a 210 giorni.
lntanto il Codacons annuncia la presentazione di un esposto alla Procura di Catania sulle interruzioni di energia elettrica, legate al caldo, che da giorni interessano la città e chiede al governo di proclamare lo stato di emergenza per la Sicilia. «Chiediamo alla magistratura – spiega l’associazione di consumatori – di aprire una indagine per interruzione di pubblico servizio. È intollerabile che migliaia di famiglie si ritrovino da ore senza servizi essenziali come l’acqua o la corrente elettrica, una situazione che rischia di creare danni economici abnormi a cittadini ed esercizi commerciale, ma anche di mettere a rischio la salute pubblica». Per fare fronte alle «tante emergenze legate al caldo che stanno investendo in queste ore diverse zone della Sicilia» il Codacons «chiede al Governo di proclamare lo stato di emergenza nella regione, adottando tutte le misure conseguenti a tutela la pubblica incolumità e garantire i diritti basilari della popolazione»