BRONTE: PER L’INPS LA MOGLIE E’ MORTA MA LEI INVECE E’ VIVA E VEGETA

Può l’Inps con una lettera rischiare di compromettere la stabilità di un matrimonio solido e duraturo? La risposta è sì. Il perché lo spiega Antonello Caruso, 50enne di Bronte, gestore di uno show room di prodotti al pistacchio a Taormina, che una mattina si è visto recapitare una missiva da parte dell’Istituto di previdenza bizzarra.

«Questa lettera mi informava che, a seguito del decesso di mia moglie avevo diritto a una pensione di vedovanza con gli arretrati annessi a partire del mese di giugno 2019 e che potevo riscuote già arretrati per circa 14 mila euro all’Ufficio postale. Ma mia moglie – esclama ridendo il 50enne –è viva e vegeta!

E quando ha letto la lettera, pur immaginando che si trattasse di un errore, il dubbio che io avessi una seconda moglie gli è balenato. E’ chiaro, invece, – conclude – che si è trattato di un pasticcio».

Il signor Caruso così, dopo aver dovuto chiarire con la moglie, è stato costretto a contattare l’Inps e a consentire di rintracciare il vero marito della signora defunta, che da anni aspettava proprio la pensione di vedovanza.

GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 19-01-2020