CATANIA. ALIMENTI CONGELATI SENZA DICHIARARNE LA PROVENIENZA E LAVORATORI IRREGOLARI, SANZIONE PER UN RISTORANTE DEL CENTRO

Proseguono i controlli della Polizia di Stato sui locali del centro storico catanese. In particolare, i poliziotti del Commissariato Centrale, nella giornata di mercoledì 17 hanno eseguito un controllo amministrativo in un’attività di ristorazione di via Antonio di Sangiuliano.

Il controllo coordinato dalla Squadra Amministrativa del predetto Commissariato, ha richiesto l’intervento, ciascuno per gli aspetti di specifica competenza, di personale dell’Asp Spresal, dell’Asp Dipartimento Igiene Pubblica, dell’Asp Dipartimento Veterinario e dell’Ispettorato del Lavoro, al fine di appurare il rispetto di tutte le regole che disciplinano tali esercizi, soprattutto quelle volte alla tutela dei lavoratori e della salute degli avventori.

Sono state accertate numerose violazioni sia di carattere penale che di natura amministrativa, commesse dal titolare dell’attività.

È stata appurata la presenza di due dipendenti, entrambi non in regola e, per tale motivo, è stata irrogata una sanzione pecuniaria e disposta la sospensione dell’attività.

Inoltre, il titolare è stato denunciato per frode in commercio per aver somministrato alimenti congelati senza dichiararne la provenienza; altresì, è stata riscontrata la violazione di alcune norme in materia di salubrità e sicurezza sui luoghi di lavoro (estintori scaduti, assenza della cassetta di primo soccorso, impianto elettrico in pessime condizioni) e dello Statuto dei Lavoratori, poiché erano state installate alcune telecamere all’interno dell’attività senza la necessaria autorizzazione.

Infine, è stata applicata una sanzione amministrativa per la presenza di prodotti privi di tracciabilità, che sono stati distrutti, sono state appurate varie violazioni di natura igienico- sanitaria e si è provveduto a sospendere l’attività anche per l’assenza dei requisiti strutturali minimi imposti dal legislatore.

In totale, sono state applicate sanzioni pecuniarie per circa 30 mila euro e sono state imposte numerose prescrizioni, cui il titolare dovrà conformarsi al fine di poter riaprire le porte del ristorante.