CATANIA: BLITZ ANTIMAFIA, TRA GLI ARRESTATI ANCHE IL CANTANTE NEOMELODICO ANDREA ZETA – VIDEO

All’alba di oggi, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere, emessa in data 12.3.2019 dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di:

  • ZUCCARO Maurizio (cl.1961), pregiudicato, già detenuto;
  • ZUCCARO Rosario (cl.1982);
  • ZUCCARO Filippo (cl.1985), alias “Andrea Zeta”;
  • GAMBINO Luigi (cl.1967), inteso “Gino ‘u longu”, pregiudicato;
  • TESTA Angelo (cl.1969), pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
  • GIUFFRIDA Carmelo (cl.1968), inteso “Melu ‘u pisciaru”, pregiudicato, in atto sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S.;
  • RAGUSA Francesco (cl.1969), intesto “Francu ‘u sceriffu”, pregiudicato;
  • COLAJANNI Michele (cl.1966), pregiudicato;
  • VERDERAME Giuseppe (cl.1954), pregiudicato, in atto sottoposto agli arresti domiciliari;
  • PIAZZA Simone Giuseppe (cl.1986), pregiudicato, già detenuto;
  • LA SPINA Giovanni Fabio (cl.1985);

Sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di: ACCIARITO Graziella (cl.1964) e GRAVAGNO Michela (cl.1984).

Ritenuti tutti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso (clan San-tapaola – Ercolano), estorsione, usura , intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e reati in materia di stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso i fatti per agevolare il gruppo facente capo a ZUCCARO Maurizio, appartenente all’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano ed avvalendosi delle condizioni di cui all’art.416 bis c.p. Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di attività di indagine di tipo tecnico, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla Squadra Mobile – Sezione Reati contro il Patri-monio – “Squadra Antiracket” nell’arco temporale giugno 2016 – maggio 2017 e che ha consentito di rico-struire la composizione nonché le attività illecite del clan Santapaola – Ercolano – gruppo di “San Cocimo”, articolazione operativa del predetto clan mafioso radicata nella zona cittadina compresa tra piazza Machia-velli ed il “Castello Ursino”, storicamente capeggiata da ZUCCARO Maurizio, elemento di rango apicale del clan Santapaola – Ercolano.

Le indagini hanno preso le mosse dalla denuncia presentata nel mese di giugno 2016 da uno dei titolari della società avente quale oggetto la gestione di un parcheggio ubicato nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” di Catania, il quale ha dichiarato di avere ricevuto una telefonata estorsiva nel corso della quale una voce anonima, in dialetto catanese, gli intimava: ”abbessa – prepara, n.d.r. – 100.000,00 euro, se no facciamo saltare tutto in aria, oppure cercati l’amico!” Gli esiti dei presidi tecnici, non disgiunti da attività di tipo tradizionale, hanno permesso di individuare in VERDERAME Giuseppe e PIAZZA Simone Giuseppe gli autori della predetta tentata estorsione, evidenziando come la stessa si inserisse in un contesto più ampio di reati fine dell’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano – gruppo di “San Cocimo”.

Dal proseguo delle indagini emergeva che tra le fila del suddetto sodalizio mafioso figuravano la moglie ed i figli di ZUCCARO Maurizio, ovvero ACCIARITO Graziella, ZUCCARO Rosario e ZUCCARO Filippo, nonché GAMBINO Luigi, ai quali è contestato il ruolo di promotori, capi e comunque organizzatori del gruppo di “San Cocimo”, nonché TESTA Angelo – cugino di ZUCCARO Maurizio, – GIUFFRIDA Carme-lo, RAGUSA Francesco COLAJANNI Michele, VERDERAME Giuseppe, PIAZZA Simone Giuseppe e LA SPINA Giovanni Fabio, quali componenti della squadra.

E’ stato accertato che ZUCCARO Maurizio, attraverso i figli Rosario e Filippo e la moglie ACCIARITO Graziella, nonostante fosse detenuto continuava ad impartire ordini ai propri accoliti, acquisendo anche quote di partecipazione in attività economiche che venivano intestate a prestanome allo scopo di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.

Ancora, nel corso delle indagini è emerso che ZUCCARO Maurizio ZUCCARO Rosario, GAMBINO Luigi, GIUFFRIDA Carmelo e LA SPINA Giovanni Fabio, con minaccia consistita nel paventare implicitamente pregiudizi all’incolumità personale e all’integrità dei beni aziendali, costringevano il gestore e l’amministratore di una nota discoteca catanese ad affidare loro il servizio di sicurezza, assumendo quali ad-detti loro familiari ed altri appartenenti al sodalizio, e a versare la somma di 3.000,00 euro.

Proprio con riferimento al servizio di sicurezza all’interno del locale notturno, le attività tecniche hanno fatto emergere i preliminari accordi per la spartizione del servizio di security con esponenti del clan mafioso Cappello – Bonaccorsi, rappresentati dal noto SALVO Salvatore Massimiliano, ed i successivi contrasti per la gestione del citato servizio. Dal monitoraggio degli ingenti investimenti di somme di denaro è emerso un episodio di intestazione fittizia di beni effettuata, col benestare del padre Maurizio, da ZUCCARO Rosario.

Questi, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione, acquistava fittiziamente la titolarità delle quote rappresentative del 50% del capitale sociale di una società per azioni, in vista della gestione di un ristorante ubicato lungo il litorale Ognina, impartendo costantemente al prestanome, GRAVAGNO Michela, formalmente intestataria delle quote societarie, direttive in merito alla stipula del contratto di acquisto delle quote della società, alla ristrutturazione dei locali di esercizio di attività di ristorazione.

A ZUCCARO Rosario sono contestati il reato di usura aggravata, per avere prestato ad un esercente di un negozio di abbigliamento, in due soluzioni, la somma complessiva di 4.000,00 euro, facendosi promettere, in corrispettivo, il pagamento mensile di interesse usurari determinati nella misura del 10% del capitale prestato, nonché la detenzione ed il porto in luogo pubblico di armi da sparo.

A VERDERAME, infine, è contestata la detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

Uno dei destinatari del medesimo provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile, è attivamente ricercato.