
Attenzione alta, sul territorio, per la raccolta e il consumo di funghi freschi spontanei. Nei giorni scorsi, nella zona etnea, sono stati accertati nove casi disintossicazione da “falsa mazza di tamburo” (Chlorophyllum molybdites), trattati dal Pronto soccorso dell’ospedale Cannizzaro e dell’ospedale di Acireale, con il supporto dei micologi del dipartimento di prevenzione dell’Asp.
La “falsa Mazza di tamburo” è facilmente confondibile con la ricercata Macrolepiota procera (Mazza di tamburo, chiamata cappiddini), che è invece una specie commestibile e largamente raccolta e consumata. Il Chlorophyllum molybdites è responsabile di intossicazioni gastrointestinali con complicanze neurologiche definite sindrome Morgana.
“Voglio ancora una volta ribadire l’appello ai cittadini ad un consumo attento e responsabile di funghi freschi spontanei. Tutte le partite di funghi spontanei, raccolti occasionalmente o posti in vendita, devono essere sottoposte a certificazione da parte dell’Asp – sottolinea Elena Alonzo, direttore del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda sanitaria provinciale -. Questa certificazione garantisce la commestibilità dei funghi e riporta altresì la data entro la quale gli stessi vanno tassativamente consumati”.
Oltre alla falsa mazza di tamburo, i micologi del Dipartimento di prevenzione dell’Asp raccomandano massima attenzione anche nel consumo di funghi a pori rossi, La raccomandazione che si rivolge ai consumatori è di far controllare tutti i funghi raccolti in campo agli sportelli micologici dell’Asp all’uopo attivati o di acquistarli esclusivamente da venditori che espongano sui contenitori dei funghi il tagliando Asp di avvenuta certificazione.



