CORONAVIRUS, 38ENNE CONTAGIATO NEL LODIGIANO DOPO UNA CENA CON UN AMICO RIENTRATO DALLA CINA

E’ in prognosi riservata, con insufficienza respiratoria, il trentottenne ricoverato all’ospedale di Codogno (Lodi), che è risultato positivo al coronavirus. Le sue condizioni sono ritenute molto gravi.

E, secondo quanto si apprende, sarebbe andato a cena con un amico che tornava dalla Cina.

“Sono in corso le controanalisi a cura dell’Istituto Superiore di Sanità”, ha detto l’assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera aggiungendo che l’italiano “è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno i cui accessi al Pronto Soccorso e le cui attività programmate, a livello cautelativo, sono attualmente interrotti”.

L’uomo si è presentato giovedì al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno, nel Lodigiano. Al momento le autorità sanitarie stanno ricostruendo i suoi spostamenti.

“Le persone che sono state a contatto con il paziente – ha aggiunto l’assessore – sono in fase di individuazione e sottoposte a controlli specifici e alle misure necessarie”. Una conferenza stampa è prevista per la mattina di venerdì 21 febbraio, ad un orario che sarà comunicato in seguito.

Intanto, per i 55 italiani rientrati a Roma da Wuhan lo scorso 3 febbraio è finita la quarantena alla Cecchignola, all’interno della città militare nella Capitale. Diciotto giorni sempre con guanti e mascherine. Isolati dal mondo, come in una bolla. Sotto osservazione, ma anche protetti. E con momenti di ottimismo alternati ad altri di forte preoccupazione, isolati nelle proprie stanze per la paura che il Coronavirus si ‘aggirasse’ tra di loro.

Giovani e famiglie sono usciti con i volti sorridenti, alcuni commossi, portando con sé zaini e trolley. L’ultimo giorno da ‘reclusi’, in quella struttura le cui aree comuni erano diventate sempre più deserte, è stato vissuto dai 55 come un ultimo giorno di scuola. I ministri della Difesa e della Salute, Guerini e Speranza – in visita al centro militare – li hanno abbracciati calorosamente. E dopo una sorta di foto ricordo è scattato un applauso liberatorio per tutti.