CORONAVIRUS: CASI ACCERTATI A BRONTE ED A SANTA VENERINA

Primo caso di coronavirus accertato a Bronte. Il soggetto interessato si trova nella sua abitazione, l’Asp di Catania ha attivato le previste procedure e avrebbe già individuate e fatte isolare le persone con le quali di recente aveva avuti contatti. La situazione, quindi, è sotto controllo.

L’esistenza di questo primo caso brontese è stato confermato da fonti attendibili, sia a noi sia al sindaco di Bronte, Graziano Calanna, che nella circostanza invita «tutti alla calma e ad evitare comportamenti irrazionali».

Spiega il primo cittadino: «I casi accertati non devono creare allarmismi o, peggio, discriminazioni, perché conoscerli significa avere la certezza che siano seguiti da competente personale sanitario, rispetto ai soggetti asintomatici che possono inconsapevolmente far proliferare il contagio, laddove non vengano osservate le misure di prevenzione imposte dai Governi nazionale e regionale.

Caso accertato pure a Santa Venerina lo ha comunicato il sindaco Salvo Greco:

“Buona domenica a tutti.
Desidero aggiornarvi ritenendo di avere un quadro chiaro e abbastanza completo della situazione grazie alla comunicazione con i medici di famiglia ed il dipartimento di prevenzione dell’ASP che ringrazio per la loro collaborazione.
Sul territorio comunale è stato conclamato finora un solo caso con tampone positivo: una nostra concittadina che è ricoverata da alcuni giorni. Il marito della signora, l’unico che vive in casa con lei, sta osservando l’isolamento: il Comune, attraverso il coordinamento di Polizia Locale e Carabinieri, vigila sull’osservanza dell’isolamento ed ha garantito l’approvvigionamento dei beni di prima necessità.
Non allarmiamoci per ogni ambulanza che sentiamo. Accanto al Coronavirus continuano a esistere altri motivi per chiamare un’ambulanza: né il fatto che vediamo operatori con la tuta integrale significa che si tratti necessariamente di nuovi casi, bensì di una giusta cautela dei sanitari.
Alcuni altri nostri concittadini costituiscono dei casi sospetti: sono monitorati e in isolamento domiciliare ma non vengono ricoverati perché non presentano difficoltà respiratorie.
Dobbiamo essere intelligenti e saper leggere questo quadro: da una parte non c’è la situazione catastrofica che qualcuno sconsideratamente rappresenta con messaggi e su chat; dall’altra, l’accertamento di un caso, benché finora isolato, deve farci capire che il problema ci riguarda da vicino e impone che tutti osserviamo scrupolosamente le indicazioni che abbiamo ricevuto.”