CORONAVIRUS, IN ARRIVO UNA NUOVA AUTOCERTIFICAZIONE: “SONO CAMBIATE LE DISPOSIZIONI”

Ad appena tre giorni dall’ultimo modello di autocertificazione pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno, il modulo cambierà ancora. Lo ha annunciato il capo della Polizia, Franco Gabrielli, intervistato da SkyTg24. Una misura necessaria con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la scorsa notte, delle nuove disposizioni volute dall’esecutivo del premier Giuseppe Conte per contenere il contagio di Coronavirus nel Paese.

A tal proposito Gabrielli ha spiegato che “sono state fatte ironie, ma cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo, anche per intercettare” i quesiti che arrivano dai cittadini.

Gabrielli ha spiegato che “fino al 24 di marzo come sistema di sicurezza abbiamo controllato oltre due milioni e mezzo di persone e abbiamo rilevato centodiecimila comportamenti non corretti”.

“Ai miei uomini ho detto che dobbiamo essere rigorosi ma anche umani – aggiunge il capo della Polizia -. L’umanità non sta solo nelle modalità con le quali ci si rapporta con i cittadini, ma è anche comprendere che i cittadini a volte sono bersagliati da disposizioni non sempre omogenee, perché non abbiamo solo disposizioni nazionali ma abbiamo anche disposizioni regionali, e quindi dobbiamo farle comprendere. Dobbiamo anche noi stessi comprendere: i furbi e quelli che vogliono disattendere la legge vanno perseguiti con estremo rigore e severità ma c’è una parte di cittadini, che vive magari una condizione di necessità e che questa necessità non sempre trova riscontro in un modulo, e quindi bisogna intercettare le loro difficoltà. Colpire i furbi ma aiutare le persone che hanno bisogno e che sono dalla nostra parte, ma che magari la non perfetta comprensione delle disposizioni rende in una condizione non corretta”, ha concluso Gabrielli.

La pubblicazione dell’ultimo modulo risale allo scorso 22 marzo. Nell’occasione la Polizia spiegava che “ci si può quindi muovere soltanto per i seguenti motivi: comprovate esigenze lavorative, esigenze di assoluta urgenza e motivi di salute”. Il nuovo decreto del presidente del Consiglio, dunque, “abolisce la previsione, contenuta, nell’art. 1, comma 1, lett. a) del Dpcm 8 marzo 2020, che assicurava il rientro tout court nel luogo di domicilio, abitazione o residenza. Tale rientro è consentito solo nel caso in cui lo spostamento all’esterno è connesso ai motivi sopra elencati. Ad esempio, rientra negli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, il tragitto (anche pendolare) effettuato dal lavoratore dal proprio luogo di residenza, dimora e abitazione al luogo di lavoro. Rientrano nelle esigenze di assoluta urgenza, anche i casi in cui l’interessato si rechi presso grandi infrastrutture del sistema dei trasporti (aeroporti, porti e stazione ferroviari) per trasferire propri congiunti alla propria abitazione”.