
Linea dura, anche in fretta. Dopo i pareri del Cts e del consigliere Walter Ricciardi, che di fatto hanno bloccato la riapertura degli impianti di sci, arriva anche quello del professor Andrea Crisanti. Il noto virologo, intervistato dal quotidiano ‘La Stampa’, pancia un nuovo allarme perché l’Italia rischia di essere di nuovo in ritardo e di nuovo travolta dalla terza ondata della pandemia.
Crisanti è chiaro: il governo Conte avrebbe dovuto adottare la linea rigida già a dicembre con una chiusura totale. Non è stato fatto e adesso l’Italia rischia grosso e per questo serve “un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese abbia effetti devastanti come in Inghilterra, Portogallo e Israele”. Secondi l’esperto, specialmente nelle zone in cui sono state rilevate le varianti sudafricana e brasiliana del virus, deve essere adottata la linea Codogno, quella delle serrate.
Le zone rosse, spiega Crisanti, si sono rivelate troppo morbide e inefficaci. Quindi cresce il rischio che le diverse varianti del Covid aumentino la circolazione del virus, senza la certezza che i vaccini riescano a combatterlo. “Le politiche adottate fin qui sono state sempre di rincorsa al virus, mentre è venuto il momento di anticiparlo”. Poi spiega di avere scoperto solo sabato che esistono le strutture con la primula per le vaccinazione, secondo lui solo uno spreco di soldi pubblici. Infine l’appello alla responsabilità: “Tutti vogliamo una vita normale, ma non si realizza se non si controlla la pandemia”.