Dall’Etna al Gran Sasso: nel nome del maestro Messina

95047.it Carretti siciliani, mostra di pietra lavica dell’Etna, ottimi arancini e cannoli siciliani, serviti nel cuore dell’Abruzzo, per le vie del centro storico di Città San’Angelo, dai maestri pasticceri di Nicolosi sorprendono Enzo Bianco sindaco di Catania e presidente dell’ANCI. D’incanto si è ritrovato circondato da paesani, come se fosse nel salotto della centralissima via Etnea. Un effetto prodotto dal gemellaggio nato nel 2001 tra la cittadina siciliana di Nicolosi e Città Santangelo. Un gemellaggio che nasce tra le due cittadine in seguito dell’incontro religioso a Padova delle due confraternite cittadine dedicate al Santo. Enzo Bianco chiamato ad inaugurare la 12° edizione della mostra di artigianato, gastronomia, cultura, arte e spiritualità elementi della manifestazione, “Dall’Etna al Gran Sasso” che dopo un anno di sospensione torna alla grande tra le vie del centro storico della città abruzzese. Quest’anno anche la sfilata di carretti siciliani insieme a carri abruzzesi trainati da buoi, scambio culturale e umano importante, frutto dell’amicizia tra due popoli, un evento che mescola musica, cibo, cultura religione e tradizione in un borgo prestigioso come quello di Città Santangelo, dal 18 al 26 luglio, riconosciuto dall’Anci come uno dei più belli d’Italia. Palio delle contrade, spettacolo di “Mazzemarille” un fantastico viaggio tra antiche credenze popolari, spettacoli musicali ma soprattutto tanto artigianato. Nel chiostro di S. Francesco, il maestro d’arte Barbaro Messina cittadino onorario di Nicolosi, ha proposto la mostra delle sue ultime opere di pietra lavica ceramizzata “Sensazioni”. Tenendo una lectio magistralis sulla lavorazione della pietra lavica. Una lectio a tratti suggestiva come qualcuno dei presenti ha sottolineto è stata “Un raggio di sole caldo della Sicilia, pulito come un fiocco di neve dell’Etna”.

La manifestazione “Dall’Etna al Gran Sasso”, rappresenta un binomio perfetto dalla Sicilia all’Abruzzo, un assist che coniuga due regioni ricche di bellezze naturali, ma profondamente diverse. La Sicilia a differenza di altre regione d’Italia, purtroppo non trova lo slancio per uscire fuori dal tunnel, tristemente ancorata al palo è tra le regioni più povere d’Italia, dal tasso di disoccupazione giovanile ancora altissimo, è una regione addirittura ad un passo dal fallimento. Non usa mezzi termini, il primo cittadino di Catania, nel definire la regione Sicilia a statuto autonomo, priva di progettualità. Quando invece potrebbe ripartire, imitando altre regioni, sfruttando al meglio le proprie risorse naturali come il clima, il suo territorio. Il primo cittadino di Catania, ha apprezzato l’impegno del maestro artigiano Barbaro Messina, che con le sue ceramiche si pone come perfetto ambasciatore dell’Etna nel mondo, rivela di essere in contatto con operatori economici della Turchia. Operatori che voglio arredare i centri urbani dell’ex impero ottomano, con il basalto lavico dell’Etna, ma il sindaco Enzo Bianco, solleva non poche perplessità con la paura di dover perdere una commessa milionaria che rappresenta una boccata d’ossigeno per la manodopera locale. Sostiene il sindaco di Catania, a fronte di una grandissima opportunità di lavoro, per l’intera provincia etnea non ci sono più artigiani in grado di lavorare la pietra lavica. Unica realtà ancora esistente capace di poter far fronte ad una grande richiesta di pietra lavica, è il Distretto Produttivo della Pietra lavica dell’Etna. Riconosciuto con Decreto Assessoriale nel 2007, i cui scopi erano la valorizzazione delle risorse della filiera della pietra lavica dell’Etna, dei prodotti artigianali, strutture, tradizioni, competenze, abilità ed esperienze acquisiti e sperimentati nelle attività di estrazione, lavorazione del basalto dell’Etna e nelle altre fasi della filiera; la creazione e la garanzia delle condizioni di flessibilità, dinamismo e competitività dell’area e delle imprese del Distretto produttivo della pietra lavica dell’Etna, allo scopo di soddisfare una domanda nazionale ed estera sempre più caratterizzata da elevata variabilità quantitativa e qualitativa; l’internazionalizzazione delle imprese del Distretto produttivo della pietra lavica dell’Etna.