DUPLICE OMICIDIO DI UCRIA, SLITTA AL PROSSIMO 23 SETTEMBRE IL RIESAME PER SALVATORE RUSSO

Su richiesta dell’indagato è stata differita di una settimana, dal 16 a lunedì 23 settembre, l’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Messina che dovrà discutere il ricorso presentato dagli avvocati del foro di Catania Luigi Bellissima e Salvatore Liotta, nei confronti del macellaio Salvatore Russo, 29 anni, di Paternò ma domiciliato a Belpasso, in carcere dalla sera di Ferragosto con l’accusa di aver ucciso Antonino e Fabrizio Contiguglia a Ucria.

Entro quattro giorni dalla discussione, il TdR dovrà emettere la decisione. I difensori insisteranno sulla legittima difesa e, quasi certamente, chiederanno o l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal Gip del tribunale di Patti Ugo Domenico Molina (che non convalidò il fermo per il macellaio per mancanza del pericolo di fuga ma emise, appunto, una ordinanza cautelare con l’accusa di duplice omicidio) o l’attenuazione del provvedimento per il loro assistito, almeno con la concessione dei domiciliari.

Nella vicenda che ha scosso la comunità ucriese sono indagati a piede libero altre persone: il cognato di Russo, Daniele Balsamo, 38 anni, che si trovava con lui quando avvenne il fatto di sangue e che sarebbe stato il vero obiettivo della spedizione punitiva organizzata dai Contiguglia per la vicenda dell’utilizzo del parcheggio per disabili conteso. E poi Giovanni Santino Contiguglia, 68 anni; Davide Contiguglia, 35 anni; Vittorio Contiguglia, 55 anni e Salvatore Contiguglia, 43 anni, accusati di estorsione, violenza privata e di morte o lesioni come conseguenza di altro reato.

A carico invece del solo Vittorio Contiguglia è stato ipotizzato anche il reato di minaccia. Secondo la ricostruzione dei fatti, da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina e della Compagnia di Patti sotto il coordinamento del sostituto procuratore di Patti Andrea Apollonio, Davide, Vittorio, Salvatore (ferito la sera della tragedia) e le due vittime, Antonino e il nipote Fabrizio Contiguglia, sarebbero stati gli esecutori materiali della spedizione punitiva ma il mandante sarebbe stato Giovanni Santino Contiguglia.

Non è ancora chiaro chi, di costoro, impugnava la pistola calibro 7,65 che il Russo avrebbe strappato dalle mani di uno di loro facendo fuoco e uccidendo sul colpo Antonino Contiguglia ed il nipote Fabrizio e ferendo l’altro nipote Salvatore, poi sottoposto a tre interventi chirurgici alla scapola e alla mano sinistra.