È MORTO IL MAESTRO BRIGANTONY

Cari fan brigantoniani volevamo darvi solo belle notizie e rivederlo su un palco a farci sorridere a tutti, ma il buon Dio ha fatto la sua volontà portandolo con sé.

Mio padre ci ha lasciati, ma solo fisicamente lasciando a tutti noi un vasto repertorio musicale indelebile.
Riposa in pace papà.

Con queste parole la figlia Alessia ha comunicato la scomparsa di Brigantony a 74 anni che già da qualche giorno era ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione.

Grazie a tutti, conclude il comunicato, per il vostro caloroso affetto da parte mia e la mia famiglia.

Nato nel rione Cibali, a Catania, nel 1976 all’età di 28 anni emigra in Belgio, dove inizia a lavorare come muratore. Con alcuni risparmi riesce ad incidere il primo disco “A bella vita” (inizialmente uscito col titolo “A zita pilusa”- letteralmente “La fidanzata pelosa” ma subito cambiato).

Le sue canzoni hanno venduto milioni di copie e sono tradotte in più lingue per i siciliani emigrati all’estero. La sua musica spazia dalla tarantella siciliana (“Tarantella erotica”, “Tarantella cumannata”) al rock (“Nannu rock”, “U vinu sicilianu”), alla dance anni Ottanta e Novanta (“Semu fuiuti frischi”), fino al rap (“Opa’cche bellu ‘u cinima”).


La carriera di Brigantony comincia con un classico stile in tarantella siciliana, che negli album A bella vita (1976), Divertimento in folk (1980), Brigantony si scatena!! (1981), Con amore (1983) e 1 x 2 (1984) è presente in maniera predominante. All’interno cominciano a farsi strada altri generi, soprattutto il rock’n’roll, altra vera passione di Tony, ed il genere è già ricco di doppi sensi e critiche alla vita sociale, tutto trattato in maniera goliardica.

A fianco di queste canzoni vi sono comunque brani più seri, come Carusidda Siciliana, Amuri Miu, Bedda e America. Già con l’album successivo Brigantony e la sua Sicilia (1985) gli altri generi, nonché la presenza di “scenette”, diventano più preponderanti rendendo la formula più varia e, forse, via via più volgare, aprendo comunque la porta ai dischi successivi di grande successo.

La seconda metà anni ottanta ed i dischi più famosi

Durante la seconda metà degli Ottanta, Brigantony pubblica il suo poker di album più famosi: Vamos a pilus (1985), A ciolla (1987), ‘Cò bullu (1988) e ‘U sucu do pollu (1989). Questi 4 album, fondamentali nella carriera di Brigantony, sono intervallati da altri dischi minori di “scenette” varie, ma rappresentano il periodo di maggior forma dell’artista, oltre a contenere i brani più famosi e che hanno girato il mondo.

Basti citare A sucalora, Semu fuiuti frischi, Osvaldo, Kala Bula, U cannolu e le cover Mi stuppai ‘na fanta (parodia di The Final Countdown degli Europe), Iaffiu ‘u cuttu (I Feel Good di James Brown) e Si futtenu a mé vespa (Hanno ucciso l’Uomo Ragno di 883). È presente anche Mi piaci a mia to soru che fu presentata al festival di Sanremo, ma rifiutata alle selezioni.

I dischi successivi, Cò filter (1990), Love (1990) e D.O.C. (1991) mostrano canzoni forse meno ispirate, più spazio a canzoni classiche ed una minore volgarità, oltre a dare più spazio alle scenette recitate.

Tutto ciò verrà lasciato al passato dal successivo Bastardes (1992), dove la preponderante volgarità si unirà a nuovi stili sempre più presenti, quali il latino-americano e la dance anni novanta che spopolava in quegli anni, forma che continuerà anche in album successivi come Super Brigantony Man (1992) e Ppà vannu cu ce’ ce’ (1993).

Da sottolineare, durante questi anni di vasta produzione, gli album Micio Tempio 2000 (1992) e Micio Tempio 2000 vol. 2 (1993), dove Brigantony reinterpreta le poesie di Domenico Tempio, poeta catanese vissuto tra il Settecento e l’Ottocento. I dischi successivi sono pieni di cover, soprattutto di canzoni che hanno avuto grande successo in quegli anni, e di scenette recitate, con poche canzoni rimaste nella testa del pubblico.

Sempre negli anni 90, Mai dire TV ha ripreso una sua esibizione di “A zita pilusa” per la rete locale Antenna Sud.

Nel 1998 pubblica The bestia, più curato e raffinato che a brani inediti – come il medley Manuela / Pensami / Se mi lasci non vale (cover di brani di Julio Iglesias) – affianca riarrangiamenti di vecchi successi, quali A Sausizza e Na Vota ni Lavaumu nta Pila. Durante la promozione di questo disco Brigantony torna alla ribalta con diverse apparizioni televisive ad Insieme, una delle trasmissioni di maggior successo di Antenna Sicilia/Teletna.

Gli anni 2000

I primi anni 2000 saranno caratterizzati da una produzione scarna e di basso livello, oscurata anche dall’affermazione dei Brigantini, band che arrangia in chiave moderna i pezzi di Brigantony. Grazie alla pubblicazione di alcuni album, questa band originaria di Paternò, contribuì a far conoscere Brigantony anche tra i più giovani – per i quali è diventato un’icona. Il maestro Brigantony registrerà anche dei cori insieme a questa band: si ricordino gli album International (2002), Fazzu l’indianu (2003) che contiene la hit I Never Stones to Your Sister (presentata anche a Music Zoo di All Music) e Ma se il caldo arriva… (2005).

Nel 2005 partecipò all’evento Concerto per Catania, organizzato a sostegno della candidatura a sindaco di Enzo Bianco, a fianco di artisti conterranei quali Carmen Consoli, Mario Venuti, Tinturia, Lautari e Brando. Durante l’esibizione venne accompagnato dai cori dei Brigantini. Partecipò anche a vari concerti in Sicilia, specialmente a Nizza di Sicilia (Messina) riscuotendo un discreto successo tra il pubblico nelle estati 2008 e 2009.