FALSI INVALIDI A CATANIA: TRA GLI ARRESTATI IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI PATERNO’

Nella mattinata odierna questa Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di procedimento penale che vede indagati, a vario titolo, 21 soggetti per concorso aggravato nei reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale, ha delegato ai Carabinieri della dipendente Sezione di Polizia Giudiziaria, l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 18.05.2020 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di:

1. BLANCATO Giuseppe cl. 51, custodia cautelare in carcere;
2. RIZZO Antonino cl. 61, custodia cautelare in carcere;
3. PENNISI Sebastiano cl.62, arresti domiciliari;
4. ZAFFORA Carmelo, cl.59, arresti domiciliari;
5. SAMBATARO Filippo Emanuele Natalino cl.58, arresti domiciliari;
6. ROTUNDI Innocenza (detta Barbara) cl.65, divieto di esercitare l’esercizio della professione medica per mesi dodici.

I soggetti destinatari della misura cautelare, medici generici e specialisti (dr. RIZZO Antonino, reumatologo e medico di medicina generale e dr. BLANCATO Giuseppe, medico di medicina generale, noto per essere stato individuato come il medico che curò il boss Nitto Santapaola durante la sua latitanza, fatto per il quale venne assolto) e alcuni di loro dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania e strutture sanitarie convenzionate (dr ZAFFORA Carmelo, psichiatra, direttore f.f. del modulo complesso Catania Nord del dipartimento di Salute Mentale di Catania, dr. PENNISI Sebastiano, fisiatra, presso l’ASP di Catania, Poliambulatorio di Ramacca e SAMBATARO Filippo Emanuele Natalino, cardiochirurgo presso la Clinica Convenzionata Centro Cuore Morgagni di Pedara e Presidente del Consiglio Comunale di Paternò), sono stati sottoposti a indagini dall’ottobre 2018 al gennaio 2020, poiché hanno realizzato un articolato quanto fraudolento sistema criminale diretto a far conseguire ai loro assistiti, generando certificazioni ideologicamente false e amplificando la portata di talune patologie, le indennità di accompagnamento e/o pensioni di invalidità, nonché tutti i conseguenti benefici previsti dalla L. 104/92 a favore di soggetti che, diversamente, non ne avrebbero avuto diritto.

L’impianto delinquenziale congegnato ha permesso di realizzare cospicui profitti alle parti interessate, vale a dire agli stessi sanitari e ai loro assistiti, procurando, di contro, un notevole danno all’erario, ancora in via di quantificazione.

Le investigazioni, avviate anche grazie alla collaborazione di dirigenti dell’INPS di Catania, hanno evidenziato le figure del dr. RIZZO e dr BLANCATO i quali, nel seguire sin dall’inizio le pratiche di numerosissimi assistiti, finalizzate al riconoscimento di particolari e gravi patologie da parte delle varie Commissioni Mediche, sia dell’ASP che dell’INPS di Catania, che avrebbero conseguentemente portato a molteplici benefici previsti dalla citata Legge, si avvalevano di una fitta rete di altri loro colleghi specialisti (cardiologi, fisiatri, psichiatri e neurologi alcuni di questi dipendenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania) che, in cambio di laute somme di denaro compilavano certificazioni mediche alterate nella loro essenza se non del tutto false, idonee a fare risaltare patologie inesistenti o, comunque, difformi rispetto alla reale gravità; peraltro, gli assistiti venivano indottrinati dai predetti medici affinché in sede di valutazione innanzi le competenti commissioni mediche accentuassero, fraudolentemente, le loro patologie e, in particolare, quelle concernenti le capacità cognitive e di deambulazione, anche utilizzando, inappropriatamente, presìdi sanitari (pannoloni, sedie a rotelle, stampelle, ecc…) al fine di palesare oltremodo la gravità della patologia in esame così, di fatto, inducendo in errore, in prima istanza la Commissione medica dell’ASP di Catania e, in sede di revisione, la Commissione Sanitaria dell’INPS di Catania.

Nell’insieme, l’impianto delinquenziale concepito dai dr. BLANCATO e RIZZO, fortificato dalle certificazioni falsificate degli specialisti compiacenti, ha permesso a quest’ultimi di assicurarsi importanti benefici economici, nell’ordine di migliaia di euro mensili e, conseguentemente, ai loro assistiti di ottenere importanti privilegi economici e lavorativi (pensioni privilegiate, esenzioni varie, benefici anche verso terzi congiunti ecc..).

Nel complesso le indagini hanno portato alla scoperta di complessivi 12 casi di falsi invalidi e di elementi di reità nei confronti di 21 soggetti (assistiti e altri medici), ai quali sono contestati, a vario titolo, i reati cui sopra.

Il Prefetto di Catania, a seguito di informativa delle Forze dell’Ordine, ha disposto la sospensione di diritto dalla carica di Consigliere comunale e Presidente del Consiglio comunale di Paternò del Sig. Filippo Emanuele Natalino Sambataro, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, sottoposto alla misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari, in esecuzione dell’ordinanza emessa il 18 maggio 2020 dal Gip presso il Tribunale di Catania.

All’autorità giudiziaria e ai carabinieri di Catania va il sentito apprezzamento delle istituzioni regionali per i risultati di questa attività investigativa, rinnovo l’invito sempre più pressante a tutti i cittadini affinché denuncino comportamenti che ritengono illeciti”.

Lo dice l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza commentando l’operazione coordinata dalla procura di Catania e condotta dai carabinieri. “In molte province dell’Isola – prosegue l’esponente del governo regionale – da tempo abbiamo avviato una collaborazione costante con l’autorità giudiziaria affinché vengano perseguite condotte criminose”.

“La pubblica amministrazione – aggiunge- non ha i mezzi di ricerca della prova che sono tipici dell’attività investigativa, ma può essere inflessibile quando vengono accertate responsabilità che ci vedono, come in questo ulteriore caso, persona offesa”.

Razza anticipa che “l’Asp di Catania, ovviamente, si farà parte civile nel processo e adotterà i provvedimenti disciplinari sui propri dipendenti. Ma in questa situazione come nelle altre passate ed in quelle future esiste solo una misura: essere inflessibili con chi commette reati”.“