GENERAZIONE DI FENOMENI

Generazione di fenomeni

Cantavano così gli Stadio: “Generazione di fenomeni” nel 1991, la frase fu utilizzata anche da Jacopo Volpi per definire la nazionale italiana di pallavolo nel 1994. Ma qui parliamo di calcio, calcio giocato come se fossero veterani da giovani promesse del nostro movimento che pare stia riprendendo il posto che gli spetta. Dopo la triste pagina culminata con l’eliminazione dal mondiale del 2000 tenutosi in Russia, la FIGC si espresse in maniera molto chiara riguardo la necessità di cambiare le cose ed il modo di lavorare. Pareva dunque che questo nuovo atteggiamento fosse stato adottato dal nuovo CT della nazionale Mancini, il quale nel settembre 2018 convocò Zaniolo senza che questi avesse mai esordito in serie A, come spiegato da SkySport, cosa già accaduta a “Big Mac” Maccarone e a Verratti.

 

Se volessimo stilare una lista di piccoli campioni, visto che gli ultimi cinque anni ci hanno regalato tanti giovani di belle speranze, non finiremmo in giornata. Si comincia dai figli d’arte Chiesa, Bisoli e Zaniolo, per poi passare per Sensi, Barella, il portiere ed il difensore del Napoli Meret e Di Lorenzo (seppur abbia “già” 26 anni, ma è solo da poco nel calcio che conta) e potremmo ancora andare oltremanica per citare Keane, ceduto dalla Juventus all’Everton, come ci ricorda TuttoJuve in quest’articolo. Le premesse per un rinnovamento e boccata d’aria fresco per il nostro calcio ci sono, tuttavia un problema resta ancora l’utilizzo di troppi stranieri anche nelle giovanili dei club professionistici. Se volessimo fare delle scommesse live su qualsiasi sport con Betfair, ad esempio, sarebbe davvero bassa la vincita puntando sulla presenza di giocatori italiani in campo in un match di serie A: attualmente sembra essere il Parma la squadra con più italiani in rosa, mentre addirittura vediamo in ultima posizione il Napoli insieme all’Udinese. Ciò nonostante, vero è che per molte squadre l’acquisto di giocatori stranieri è una vera e propria strategia: andare a “pescare” talenti in Paesi con una minore prospettiva calcistica ed accaparrarsi le prestazioni del giocatore a buon prezzo è stato già fatto in passato e chiaramente ha dato i suoi frutti.

L’obiettivo: diventare importanti
Ricollegandoci al discorso precedente, l’obiettivo della federazione è non solo che questi giovani ragazzi italiani giochino nelle proprie squadre, ma che diventino di rilievo anche ai massimi livelli di questo sport. Al momento sembrerebbe essere questa la situazione: Sensi che ha letteralmente preso in mano le chiavi del centrocampo di Conte e Federico Chiesa viene spesso promosso capitano dai compagni nella Fiorentina; Meret è il più titolare nel Napoli di Ancelotti e si aspetta la consacrazione di Barella, sempre meglio in nerazzurro, ed infine troviamo Keane che sta cercando spazio in Inghilterra.
Mancini può ritenersi soddisfatto dei segnali scaturiti dalle prime partite della nazionale e dai primi turni di campionati e coppe, la “generazione di fenomeni” sta crescendo e ciò anche e soprattutto grazie alla fiducia che viene elargita sul campo, perché se è vero che campioni si nasce, è altrettanto vero che qualcuno deve darti almeno un’opportunità.