HUMUS PER LA BIOSFERA, IL PROF. GUARNACCIA (DI3A) È SICURO: “LA QUALITÀ DEL SUOLO STRUMENTO FONDAMENTALE PER CONTRASTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI”

“Humus per la Biosfera” è un progetto ambizioso promosso dalle Giacche Verdi Bronte con il sostegno della Fondazione Manfred-Hermsen-Stiftung nell’ambito del programma EUKI del Ministero tedesco BMWK. Il progetto, iniziato ad agosto 2021, si protrarrà sino all’agosto 2023 e tocca diversi, importantissimi temi con un comune denominatore: l’importanza dell’humus e di un suolo sano nel contrasto ai cambiamenti climatici. Tante le iniziative già messe in atto dalle Giacche Verdi Bronte, tra educazione ambientale nelle scuole primarie e medie (già più di 1700 studenti raggiunti con il target di 3000 entro il 2023 a portata di mano), costruzione di siti di compostaggio di comunità, webinar per Comuni e cittadini e sperimentazioni agricole in sinergia con l’Università di Catania.
Proprio la collaborazione con l’ateneo catanese è un elemento cruciale e vede nel Prof. Paolo Guarnaccia, docente di Agricoltura Biologica presso il Dipartimento Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) il responsabile scientifico. Ecco le sue parole in merito ad Humus per la Biosfera: “Il progetto principalmente mira a favorire la transizione agro-ecologica delle aziende agricole delle Terre della Biosfera, un’area compresa tra le valli del Simeto e dell’Alcantara nella quale da anni vi è la proposta di istituire una Riserva MaB UNESCO. In questo territorio le aziende, spesso di medio-piccole dimensioni, soffrono la difficoltà di accesso al mercato e agli incentivi, malgrado propongano prodotti di elevata qualità e per tale ragione andrebbero sostenute. Un marchio d’area sarebbe la via da percorrere, a patto che riguardi non solo il valore nutrizionale e salutistico ma anche quello della qualità ambientale. Ecco perché occorre accompagnare gli agricoltori verso pratiche virtuose di rigenerazione del suolo, in modo da ridurre i costi di produzione, ottenendo gli elementi nutritivi fondamentali per le piante attraverso la naturale degradazione della sostanza organica ad opera dei microrganismi tellurici e al contempo contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici aumentando il contenuto di humus stabile nel terreno e difendendolo da erosione e desertificazione. Nei campi sperimentali coinvolti nel progetto, in particolare, stiamo promuovendo le lavorazioni minime del suolo, l’utilizzo delle cover crops, delle consociazioni e dei sovesci per favorire la produzione di humus stabile. Ciò senza dimenticare l’importanza delle rotazioni con colture miglioratrici tra cui le leguminose e la creazione di siepi alimentari fondamentali per la biodiversità e per la resistenza agli attacchi parassitari. Tale aspetto è centrale – prosegue il Prof. Guarnaccia – poiché nella selezione delle siepi si possono inserire piante fonti di reddito, come le mellifere e le officinali. Stiamo accompagnando il tutto con un sistema di campionamenti inerenti la qualità del suolo, al fine di misurare in campo l’umidità, la temperatura, il contenuto di sostanza organica, la densità, la penetrabilità, l’infiltrazione e tutta una serie di caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche che verranno analizzate nei laboratori dell’Università di Catania. Inoltre, in corrispondenza dei rilievi e dei campionamenti effettuati in diverse aree con situazioni ambientali e agronomiche differenziate, stiamo effettuando anche la valutazione della respirazione del suolo, in modo da raccogliere dati attendibili dal punto di vista scientifico tali da dimostrare che la respirazione possa rappresentare un indice economico e speditivo per misurare e certificare il sequestro di carbonio nel suolo e permettere agli agricoltori che hanno scelto di applicare i paradigmi e le tecniche dell’agroecologia di poter scambiare sul mercato i crediti di carbonio generati nelle loro aziende agricole”.
Sperimentazioni agricole, ma anche scambi di idee e cooperazione internazionale: “L’opportunità offerta dal programma EUKI in relazione alla sinergia tra Di3A, Giacche Verdi e Fondazione MHS è significativa, senza dimenticare l’apporto degli studenti dell’Università di Catania e dei volontari europei e tirocinanti Erasmus ospitati dall’associazione, i quali partecipano attivamente con studi ad hoc. I risultati di questa fase sperimentale diverranno un modello per il nostro territorio, consentendoci anche di valutare l’effetto delle pratiche di agricoltura rigenerativa sulla capacità di sequestro del carbonio da parte del suolo. I disastri causati dal riscaldamento globale sono ormai chiari a tutti e occorre comprendere come l’agricoltura virtuosa e rispettosa dell’ambiente possa essere tra gli strumenti di maggiore efficacia nel contrasto ai cambiamenti climatici. Humus per la biosfera mira a dare agli agricoltori alcuni tra gli strumenti per combattere questa battaglia, cruciale per l’ambiente e di conseguenza per l’uomo stesso”.