La conferma dei 30 anni all’assassino di Marco Castro e quella ferita che resta aperta

95047.it Ad oggi ci sono voluti due gradi di giudizio e cinque perizie per comprendere se Antonino Marino fosse capace di intendere e di volere. Lui che scaraventò un bidone di dieci litri di benzina addosso al povero Marco Casto e poi gli diede fuoco con la fiamma dell’accendino. Tra poco meno di un mese saranno tre anni esatti che Marco non c’è più. Una fine tragica. Orrenda. E che è ancora sotto i nostri occhi attraverso il racconto di quelle ore drammatiche e disperate. E’ come se noi stessi avessimo assistito impotenti ad una scena che chiedeva pietà alla morte stessa.
Nei giorni scorsi è arrivata la sentenza d’appello che ha confermato il verdetto di primo grado che era stato pronunciato dal giudice per le udienze preliminari: 30 anni al cugino assassino che lo accese come una torcia non lasciandogli scampo: confermato anche il reato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

IL RETROSCENA. I periti, tre in tutto, nominati dalla Corte hanno confermato la totale capacità dell’imputato: gli altri due consulenti (quelli del Pg e della difesa dell’imputato) nel loro referto hanno invece scritto che Marino è solo “parzialmente capace”. 
Tuttavia, non è finita qui. La difesa, rappresentata in appello dal legale Vittorio Lo Presti, quasi certamente ricorrerà in Cassazione. I familiari di Marco, che si erano già costituiti parte civile nel processo, saranno chiamati ad affrontare anche il terzo e ultimo grado di giudizio del processo a Roma.

LE CONCLUSIONI. Comunque andrà a finire, il pronunciamento della Cassazione sarà la parola definitiva ad una vicenda che, tre anni fa, ebbe un epilogo così cruento da rendere fuoriluogo ed inopportuno qualsiasi commento. Marco Castro non c’è più. La giustizia terrena sta seguendo il proprio corso: ed anche se nulla potrà restituirci Marco, questo corso non può essere disatteso. Anche se la ferita della sua scomparsa resta, a distanza di tempo, ancora aperta e sanguinante.