La costruzione del supermarket Lidl: “E’ questo lo sviluppo di cui abbiamo bisogno?”

95047.it Di seguito la nota dei consiglieri Valore, Mannino, Rau, Faranda, Fallica, Signorello, Furnari, Ciatto, Virgolini, Buttò.

“Sulla vicenda del piano di lottizzazione che si discute in questi giorni in Consiglio Comunale, noi consiglieri di minoranza, pur favorevoli a qualsiasi progetto serio che veicoli benessere e ricchezza per il territorio, riscontriamo, per l’ennesima volta, il tentativo dell’Amministrazione di buttare fumo negli occhi dei cittadini parlando impropriamente di sviluppo economico e di vantaggi per la città, senza analizzare concretamente i pro e i contro dell’iniziativa.

Ma è davvero questo lo sviluppo di cui abbiamo bisogno? Lo sviluppo economico non si incentiva creando semplicemente qualche posto di lavoro, che tra l’altro mette anche a repentaglio il futuro delle attività commerciali esistenti, che con sacrificio hanno resistito alla crisi, e adesso corrono il rischio di essere soffocate da un gigante della GDO come Lidl.

Ma non era più logico procedere prima alla revisione del Prg, scaduto già da qualche anno, e individuare le zone idonee all’insediamento produttivo/commerciale, alla luce dei cambiamenti avvenuti nel tessuto urbano della città? Invece no, si ragiona ancora sulla base di uno strumento urbanistico superato e inadeguato a promuovere lo sviluppo del territorio, con un’Amministrazione che procede a colpi di varianti allo strumento urbanistico e piani di lottizzazione, perdendo di vista l’obiettivo reale, la crescita ordinata e programmata della città.
Si va indietro anziché guardare avanti. Perché il futuro non passa certo dalla realizzazione di centri commerciali e “strutture di consumo”, di cui la nostra provincia è già satura, ma dalla creazione, (come hanno già fatto alcuni comuni tipo Belpasso), di poli di sviluppo industriale e di zone artigianali che consentano un’insediamento produttivo portatore di benessere e ricchezza per il territorio, tramite la creazione di valore aggiunto.
Si guada banalmente al singolo investimento/progetto, senza avere una visione organica della città, rinviando sistematicamente la revisione del Prg.

Ma soprattutto, ci siamo chiesti quale sarà l’impatto che tale struttura avrà sulla già precaria viabilità di Corso Italia e in generale della città, considerando che le uniche opere di urbanizzazione previste nella convenzione, sono i parcheggi e la zona a verde? Ma davvero pensano che senza il raddoppio della carreggiata di via Vitt. Emanuele e la creazione di una rotatoria tra corso Italia e via Vitt. Emanuele la viabilità della città sarà in grado di reggere all’incremento considerevole del flusso veicolare? Senza queste importanti opere, corriamo il rischio concreto di paralizzare la città, con la creazione di lunghe file sia in entrata che in uscita dal paese.
Tutto ciò per ribadire che siamo favorevoli agli investimenti nel territorio, e a tutte quelle iniziative che possono portare lavoro e ricchezza per la città, ma pretendiamo che ciò avvenga attraverso un progetto di sviluppo sostenibile, che preveda l’analisi dell’impatto sul flusso veicolare (cosa di cui nessuno si è preoccupato) e le ripercussioni sul commercio locale.

Ci saremmo anche aspettati, vista l’importanza dell’argomento, che il Sindaco coinvolgesse il Consiglio Comunale e gli operatori della zona, aprendo al dialogo costruttivo con tutte le forze economiche e sociali della città, per sondarne umori ed opinioni. Si è preferito non coinvolgere nessuno.
La nostra proposta è dunque quella di invitare la ditta proponente a riformulare il progetto includendo quelle opere di urbanizzazione utili a garantire il normale flusso veicolare, oltre a sottoscrivere un protocollo d’intesa che garantisca l’assunzione di personale locale, cioè giovani paternesi e padri di famiglia che soffrono la crisi occupazionale”.

9 Comments

  1. La viabilità è sicuramente un fattore primario che va considerato, ma sono d’accordo con Ciccio: bloccare l’iniziativa privata è un grave errore.
    E poi, chi può avere l’interesse a non costruire un nuovo supermercato se non la concorrenza !!

  2. L’apertura di una filiale di un importante gruppo della GDO come Lidl, non sarebbe da demonizzare, visto che si parla di creazione di nuovi posti di lavoro. Certamente le perplessità ci sono, perché il punto in cui si vorrebbe favorire l’apertura di questo supermercato, a mio modesto avviso, non é dei migliori, e soprattutto la condizione per aprire deve essere questa: almeno il 50% del personale che verrà assunto deve essere formato da lavoratori/lavoratrici nati/e e residenti a Paternò, dove il problema della disoccupazione é davvero grave.

    Quest’ultima cosa ci tengo a ribadirla visto che ad Etnapolis che si trova vicino a noi, a Valcorrente, la stragrande maggioranza del personale che vi lavora é formato da persone provenienti da Catania e dal suo hinterland.

    Condivido il pensiero espresso nel secondo commento, secondo cui per creare occupazione non si può prescindere dal solo settore commerciale e della GDO, ma bisogna puntare sull’industria e l’artigianato come avvenuto a Belpasso con la zona industriale di Piano Tavola, che prima era zona ASI. Noi abbiamo la nostra zona ASI di Trefontane, e come abbiamo visto non esiste alcuna strategia politica per valorizzarla e trasformarla in una vera e propria zona industriale e artigianale.

    Ovviamente, non scordiamoci dell’agricoltura, specie quella agrumicola, che va salvaguardata coi fatti, valorizzata e ammodernata. Paternò ha enormi potenzialità per diventare un centro economicamente sviluppato, perché ha molte risorse inutilizzate, ma purtroppo la miopia di un’intera classe politica cittadina rende tutto questo solo un’utopia.

  3. Siamo sempre alle solite. Le stesse parole furono dette x etnapolis. Etnapolis paternese di paternità e’ finita Belpasso. Ora tutto si ripete il politico paternese è cieco ed invidioso. Il politico paternese si muove solo x interessi personali. Perdiamo quest’altra opportunità.

  4. Ricordo quando si programmava l’apertura di etnapolis, l’amministrazione di Paternò non diede l’assenso e il centro commerciale fu aperto ugualmente ma in territorio di Belpasso. È sempre un errore bloccare l’iniziativa economica privata. L’unica perplessità riguarda il fatto di collocarlo presso l’ingresso principale della città, ma per il resto che ben vengano iniziative economiche del genere.

  5. Sarò polemico ma non condivido l’ostruzionismo del dna paternese ogni volta che si cerca di fare qualcosa immediatamente arriva il bastone tra le ruote, non mi riferisco al progetto in questione ma a quello che ho assistito a quasi mezzo secolo. Se parliamo di sport, industrie e altre attività devono per forza arrivare gente da fuori perchè il patenese non crea e non vuole far creare. Salvo che…… (pappitella). Chi ricorda i tanti progetti mai realizzati mentre quelli inutili e ancora chiusi si? Qualche esempio? qualcuno saprebbe indicarlo vediamo chi è più bravo

  6. Come si vede che ci stiamo per avvicinarsi al elezione regionale e comunale vergogna ancora devo aprire e già ricattano chi deve aprire. …

  7. Ancora non si é capito che senza industria e con un piano industriale che sviluppi un indotto circostante non si va da nessuna parte. Non si crea ricchezza ma solo redistribuzione del reddito creando una congiuntura economica negativa dovuta al non mantenimento degli impegni assunti dai dipendenti e proprietari di altre strutture verso banche e fornitori. Purtroppo fino a quando in Sicilia non si deciderà di fare le cose sul serio si creerà solo emigrazione e distruzione. Un paternese emigrante

  8. Condividendo un gran parte quanto sopra, desidero porgere agli organi competenti una domanda:
    Sono stati protocollati altri progetti simili?
    Non sarebbe più corretto analizzarli tutti insieme?

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